venerdì 13 dicembre 2013

Il rettore Carlo Carraro e la censura

La questione della  #svendita degli #invendibili  (Per firmare la petizione clicca quicioè i palazzi di Ca' Foscari, non ha solo un contenuto economico, materiale e organizzativo, ma si innesta sul processo di verticalizzazione che sta attraversando tutta la società italiana: i cittadini vengono sempre più relegati ai margini delle scelte e gli organi esecutivi, come il Consiglio di amministrazione di Ca' Foscari, per esempio, tendono a decidere cercando di eliminare il più possibile il dibattito democratico che viene sentito solo come un fastidioso ostacolo. Che peccato che esistano i cittadini dissenzienti, quelli che non sono d'accordo e che si appellano a quelle cose fumose che sono i valori, la democrazia, il dibattito: tutte belle parole con le quali non si mangia e non si fanno affari.
L'ultimo colpo del Rettore Carraro è stato quello di spostare tutti gli interventi a proposito del suo grande affare, che erano prima sul suo blog pubblico e quindi visibili a tutti, nell'area riservata di Ateneo.
Il piano, veramente goffo e sgradevole, sarebbe quello di nascondere ai cittadini le moltissime voci critiche rispetto al suo operato che ci sono all'interno dell'Ateneo. La cosa è massimamente fastidiosa perché la vicenda della svendita ha già ampiamente travalicato i confini dell'Università e coinvolto i cittadini di Venezia, tanto da avere anche provocato un pronunciamento del Consiglio Comunale: come cittadino veneziano mi sento offeso da questo tentativo di sottrarre ai semplici cittadini come me, notizie e opinioni a proposito del futuro della nostra città, perché i palazzi di Ca' Foscari non sono un bene privato gestito da un Consiglio di amministrazione, perlomeno non lo sono ancora e così noi vorremmo che restassero.
Per questo motivo ho copiato tutto il dibattito che si è avuto finora e l'ho riportato qui in modo che continui ad essere pubblico.
Si prega di segnalare nei commenti eventuali omissioni ed errori, provvederò al più presto alla loro correzione.


Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 10:25 am
Carlo Carraro
17 novembre


Cari Colleghi, Gentili Studenti,

nei giorni scorsi sono apparsi sulla stampa alcuni articoli relativi all’operazione di completamento del Campus Linguistico – Umanistico che abbiamo avviato circa due anni fa. Ciò ha indotto vari colleghi a scrivermi per avere chiarimenti. Richieste di chiarimento mi sono arrivate anche da alcuni studenti e dal personale. Mi perdonerete quindi questo lungo messaggio che vuole fare chiarezza e fornire alcuni dati oggettivi. Poi ciascuno valuterà secondo le proprie visioni e sensibilità, ma almeno potrà farlo con le informazioni corrette.

Il completamento del campus Linguistico-Umanistico nell’area di Santa Margherita consentirà di razionalizzare le sedi, trasferendo in una unica struttura i due dipartimenti mancanti (i due di area umanistica sono già stati trasferiti) e le relative biblioteche. Attualmente i due dipartimenti di area linguistica sono in 5 sedi diverse con conseguenti disagi per studenti, docenti e personale. Non e’ una buona università quella con i dipartimenti spaccati in due o tre pezzi, con colleghi che quindi interagiscono poco e non hanno tutto il materiale bibliotecario a disposizione. Con l’acquisto della seconda parte del palazzo ex ENEL (la prima parte del palazzo fu acquisita dall’Ateneo alcuni anni fa) sarà possibile avere un unico plesso universitario per l’ area umanistico-linguistica, un’unica biblioteca a scaffale aperto, aule e studi per assegnisti e dottorandi. Esiste anche un passaggio interno che collega questi due edifici dal momento che in origine erano appunto un’unica struttura occupata dagli uffici dell’ENEL.

Questa operazione è di fatto l'ultimo e naturale atto della riunificazione delle sedi avviata dalla precedente amministrazione universitaria, quando tutti i dipartimenti dell'allora facoltà di lettere si sono riunificati nel complesso di Santa Margherita. Ora completiamo l’operazione portando nel complesso di Malcanton Marcora’ anche i Dipartimenti di area linguistica.

E’ stata messa in discussione la congruità del prezzo di cessione dei tre nostri immobili (Ca’ Cappello, Ca’ Bembo e Palazzo Cosulich) e del prezzo di acquisto del palazzo ex ENEL (chiamiamolo Malcanton Marcora’ 2 per maggior precisione). Su questo aspetto ovviamente siamo stati estremamente cauti e abbiamo fatto molteplici verifiche. Gli edifici, sia quelli da cedere che quello da acquistare, sono stati valutati dall’Agenzia del Territorio che ha stabilito il più probabile prezzo di mercato e a quelle valutazioni ci siamo attenuti. Un ente pubblico non può fare altrimenti. I prezzi sono stati stabiliti dall’Agenzia del Territorio tenendo conto dello stato di conservazione dei medesimi. Va sottolineato che Malcanton Marcora’ 2 e’ praticamente pronto ad essere usato per uffici, piccole aule, biblioteca, mentre gli edifici dell’Ateneo richiedono costi importanti necessari per la conservazione e per la messa a norma. Costi che, senza la vendita, sarebbero dovuti essere sostenuti dall’Ateneo.

Sono stati sollevati dubbi sull’ente che vende Malcanton Marcora’ 2 (e acquista i nostri tre immobili). Si tratta di un fondo immobiliare controllato al 65% da una società’ di proprietà della Regione Trentino Alto Adige, che si occupa di Previdenza. Gli altri soci sono banche o assicurazioni. Quindi investitori istituzionali con la quota di controllo di un ente pubblico. È stata una negoziazione lunga e difficile, durata due anni, proprio perché abbiamo cercato di ottenere le migliori condizioni possibili per l’Ateneo.

Ho sentito anche dire che l'operazione sarebbe stata condotta in modo poco trasparente, ma non è così: tutti coloro che hanno responsabilità gestionali sono sempre stati informati, dai direttori di dipartimento, ai prorettori, al consiglio di amministrazione. L’operazione era inserita da anni nel progetto di creazione di un unico Campus Umanistico-Linguistico, e faceva già parte del Piano Strategico approvato da Senato Accademico e CdA nel 2010, che infatti recita “Obiettivo del piano è completare anche il Campus di Santa Margherita con delle acquisizioni che permettano l’insediamento dei Dipartimenti di lingue straniere e la creazione di una unica biblioteca di area linguistica.”

Il progetto e’ nel piano triennale degli investimenti autorizzato dal Ministero dell'Economia, relativamente al rispetto dei saldi strutturali di finanza pubblica. Le spese di funzionalizzazione sono nel piano pluriennale dei lavori pubblici, che è disponibile in area pubblica sul sito web dell’Ateneo e le relative risorse finanziarie sono nei bilanci degli ultimi due anni approvati da tutti gli organi di Ateneo (Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione). L'intero progetto e’ sempre stato approvato dal CdA all’unanimità, col voto favorevole anche della componente studentesca.

La Soprintendenza ha concesso per ciascuno dei nostri palazzi l'autorizzazione alla vendita, fissando i requisiti che l'acquirente dovrà rispettare, sia in termini di conservazione che in termini di uso.

I verbali delle delibere sono sempre stati messi in rete e sono visibili a tutti. Nell’ultima settimana abbiamo temporaneamente tolto il verbale del Cda di luglio 2013 solo perché il notaio ci aveva chiesto delle precisazioni formali e questo richiedeva una piccola modifica del verbale che e’ stata approvata nel Cda di venerdì all’unanimità. Non vi è nessun legame con gli articoli sui giornali o con le richieste di chiarimento dei colleghi.

Gli spazi che avremo a disposizione sono più ampi e migliori di quelli che lasciamo. Avremo maggiori spazi utili - circa 600mq in più - che entreranno nella disponibilità di Ca' Foscari. La superficie utile calpestabile dei palazzi che saranno ceduti e’ di 5291,08. Mentre quella del palazzo che sara’ acquistato e’ di 5927,88. Ma si tratta di spazi ben diversi: molto più funzionali, senza sprechi e adatti ad una universita’ quelli di Malcanton Marcora’ 2, che potranno quindi ospitare anche i colleghi che si trovano ora a Palazzo Vendramin, edificio che Ca’ Foscari ha in affitto e a cui potremo rinunciare, risparmiando 350 mila euro. E ci rimane la sede di Ca’ Bernardo per nuove iniziative.

Anche per la biblioteca la superficie disponibile sara’ superiore di quella oggi disponibile. L'unificazione delle attuali biblioteche dei dipartimenti di area linguista (oggi distribuite in 5 sedi) consentirà di offrire un servizio moderno e più efficiente: si passerà dalle attuali 45 ore settimanali su 5 gg a settimana delle 5 piccole biblioteche alle 116 ore su 7 giorni già erogate dalla Baum. La nuova grande biblioteca di area linguistico-umanistica offrirà un patrimonio librario e documentale unificato completamente a scaffale aperto, come già in Baum, mentre al momento solo una piccola percentuale di libri è in libera consultazione. Il vantaggio sarà per tutta la comunità scientifica, perché l'intervento favorirà la consultazione e lo studio interdisciplinare. Tutto il personale avrà maggiori occasioni di incontro e condivisione perché la logica del campus consentirà maggiori interazioni e collaborazioni.

Questa operazione garantirà anche risparmi importanti per l’Ateneo. Riduzione di spese di manutenzione e dei costi d’utenza delle attuali tre sedi per un ammontare di circa 700mila euro annui, abbattimento dei tempi di spostamento da una sede all’altra, anche in un’ottica di sostenibilità e la conclusione del contratto di affitto di Palazzo Vendramin. Saranno anche evitati gli importati costi di manutenzione e di messa a norma di Ca’ Bembo, oramai inevitabili e non rinviabili. Si tratta di un grande beneficio economico per Ca’ Foscari, oltre che di un beneficio funzionale. Il risparmio e’ di circa un milione all’anno di spese di funzionamento e di circa 5 milioni complessivi di spese di manutenzione. Tutte risorse che potranno essere destinate ad assegni di ricerca o borse di studio.

Non va dimenticato che il completamento del Campus Linguistico-Umanistico si inserisce in un ampio piano di sviluppo e riorganizzazione degli spazi di Ca’ Foscari. Negli ultimi due anni ne ho parlato in varie sedi, tra cui la recente inaugurazione dell’anno accademico. Ma soprattutto gli interventi fanno parte del piano triennale degli investimenti che riassumo brevemente: Ca' Foscari ha stanziato interventi per un ammontare di oltre 100milioni di euro per lavori edilizi che l'ateneo realizzerà fra Venezia e Mestre. Delle nuove opere fanno parte la funzionalizzazione del nuovo Campus linguistico-umanistico di Santa Margherita, il recupero degli spazi di Rio Nuovo trasformati in nuove aule, la manutenzione della sede della Celestia, il raddoppio del campus di San Giobbe.

A queste si aggiungono gli interventi già confermati: l’adeguamento della sede di San Sebastiano, le opere per le residenze universitarie di Ca’ Foscari a San Giobbe, Santa Marta e Via Torino per una spesa complessiva di 78milioni di euro e un totale di mille posti letto. Fanno parte del Piano triennale anche la realizzazione dell’edificio “E”, a completamento del campus di via Torino (spesa prevista: 8,5milioni di euro) e, quando possibile, il recupero di una Tesa dell’Arsenale di Venezia dove saranno allocate le attività didattiche e di ricerca legate alle Scienze del Mare.

Infine, si dice che con questa operazione Ca’ Foscari non ha a cuore il futuro della città abbandonata ad una monocultura turistica. Ma Ca’ Foscari, anche per la città sta lavorando e contro quella monocultura sta combattendo. Non si possono dimenticare le tante partnership che Ca' Foscari ha allacciato con le istituzioni per mettere a disposizione dei cittadini un'offerta culturale completamente gratuita e di qualità, da Art Night alla Notte dei ricercatori, dalla stagione teatrale ai festival di cinema e letteratura, dalla musica alle mostre. O la creazione del Distretto veneziano della Ricerca che favorisce la crescita di una nuova economia diversa da quella centrata sul turismo. O soprattutto il piano delle residenze universitarie, che porterà nuovi residenti in città e rivitalizzerà aree urbane marginalizzate dai flussi turistici. Portando cultura e allo stesso tempo dinamismo economico. Tutti contributi, a fronte di finanziamenti statali sempre più magri, sostenuti in gran parte con risorse proprie, che non avrebbero ragion d'essere se Ca' Foscari non avesse a cuore lo sviluppo sostenibile di Venezia.

Vi ringrazio per l’attenzione e porgo il più cordiale saluto,

Carlo Carraro




Filippomaria PONTANI
Nov 21, 2013

Gentile Rettore,
mentre si celebrano (legittimamente) i trionfi delle nostre canoe, l'Ateneo è scosso e confuso da una vicenda che lo vede alla ribalta delle cronache (ieri ancora, a livello nazionale, sul "Fatto quotidiano"), e ancora una volta per notizie quanto meno controverse. Forse sarebbe il caso di parlarne, e in una sede in cui ci si possa civilmente confrontare: questa mi pare adatta all'uopo.
Non intendo intrattenermi sui tafferugli occorsi in occasione del CdA di venerdì 15, né ho elementi per giudicare la veridicità dei resoconti che La vogliono intento ad aggredire uno studente, o a rispondere con toni assai coloriti alle colorite critiche dei contestatori (che Lei sia facile ad eccessi verbali anche in contesti pubblici è cosa purtroppo nota a molti, a cominciare dai Suoi collaboratori). Al di là dell'episodio, sul quale appunto si pronunceranno - se interpellate - le autorità competenti, mi piacerebbe che questa fosse un'occasione per riflettere sul clima di tensione, di malanimo e di scontro che il Suo atteggiamento ha provocato in fette non piccole dell'Ateneo, e non tanto come un fatto personale, ma a livello strutturale, per esempio (è il caso in oggetto) tramite un progressivo restringimento degli spazi di rappresentanza e di discussione: il CdA asserragliato a decidere (unico vero arbitro) del destino degli edifici di Ca' Foscari, è composto da membri tutti esterni all'Ateneo (e da Lei, più o meno direttamente, nominati), salvo uno solo, che si trova casualmente ad essere anche il Suo ex prorettore al Bilancio (eletto, peraltro, tramite una procedura non pienamente democratica). Altri Atenei, forse non meno efficienti del nostro, al momento di stendere Statuto e Regolamenti hanno articolato in diverso modo le procedure elettive e deliberative, e forse così hanno evitato di esacerbare le tensioni oltre misura. Chi tra pochi mesi avrà la ventura di succederLe dovrà lavorare non poco per provare a ricucire le smagliature e le fratture che Lei ha creato, e che non riguardano purtroppo, temo, soltanto "un manipolo di esagitati contestatori" o un filologo parruccone e poco intelligente.
Nello specifico, la rappresentazione da Lei fornita in data 17.11 dell'operazione edilizia di Ca' Foscari (la permuta di 3 nostri edifici, Ca' Bembo Ca' Cappello e Palazzo Cosulich, contro la sola "Ca' Sagredo" o ex-Enel) pare alquanto lacunosa. Parliamone apertamente: io sono un fautore delle biblioteche centralizzate, e condivido in linea teorica i Suoi argomenti circa l'opportunità di riunire sotto un unico tetto i patrimoni librari afferenti all'area umanistica e linguistica, nonché di garantirne una più lunga e più ampia fruibilità per i lettori; per la medesima ragione, immagino, le sparse notizie da Lei fornite circa questo progetto erano state salutate con favore da molti. Ciò che a me (e temo ad altri, forse ad eccezione dei prorettori e dei direttori dei dipartimenti) non era affatto chiaro (né mi pare emerga in alcun modo dal punto 9.3 del Piano Strategico che Lei cita a conforto, né da altri consimili interventi), era l'intenzione di vendere tout court immobili storici come Ca' Bembo e Ca' Cappello, seguendo una procedura affatto difforme da quella che per es. interessò il trasferimento della Facoltà di Lettere da San Sebastiano all'ex-Enel, giacché in quel caso il prezioso complesso di San Sebastiano era rimasto saldamente in mano all'Ateneo, sia pure con funzioni diverse.
Ora, prescindendo dalla questione prettamente economica del valore venale degli immobili (su cui non vanto alcuna competenza), a me pare che i problemi che la Sua lettera lascia inevasi siano fondamentalmente due, uno di ordine amministrativo/gestionale e uno di ordine più squisitamente politico. Per quanto riguarda il primo, sono certo che Lei avrà facili risposte alle domande che seguono:
- Si tratta di un'alienazione (come pare risultare agli uffici ministeriali) o di una permuta? Nel secondo caso, come Lei ben sa, l'art. 58 del DL 22.1.2004 n.42 prevede che "Il Ministero può autorizzare la permuta dei beni indicati agli articoli 55 e 56 nonché di singoli beni appartenenti alle pubbliche raccolte con altri appartenenti ad enti, istituti e privati, anche stranieri, qualora dalla permuta stessa derivi un incremento del patrimonio culturale nazionale ovvero l'arricchimento delle pubbliche raccolte": in questo caso argomentare l'incremento del patrimonio culturale nello scambio tra Ca' Cappello Ca' Bembo Palazzo Cosulich da un lato e Ca' Sagredo dall'altro sarebbe francamente difficile; o no?
- Lei ha fornito circostanziate spiegazioni circa la liceità formale della cessione, autorizzata dalla soprintendenza (una soprintendenza, è bene ricordarlo, che ha consentito in passato ben altri guasti al patrimonio veneziano; sed transeamus); come acquirente è stato individuato (in seguito a una gara di pubblica evidenza? a contatti informali? a un'asta? perdoni ma sono poco pratico di queste cose) un fondo immobiliare altoatesino (Fondo Risparmio Immobiliare Uno Energia) che negli ultimi anni, giusta i dati Adusbef del luglio 2013, ha riportato performances di rendimento a dir poco imbarazzanti, e che in passato è stato coinvolto (in persona della società Pensplan Centrum che lo controlla, del suo advisor "Ca' Sagredo Real Estate" e del presidente di quest'ultimo) in un ancor più imbarazzante episodio nella svendita del patrimonio immobiliare della CIT, Compagnia Italiana Turismo (i più attenti ricorderanno in aprile una trasmissione di "Report" relativa proprio a questa vicenda, che pure non ha avuto poi séguito sul piano giudiziario). Che garanzie abbiamo che questa finanziaria sia davvero la destinazione migliore per i nostri prestigiosi immobili?
- Anche a occhio, Ca' Sagredo non sembra "praticamente pronta": nel verbale del CdA del luglio 2013 si parla di 24 mesi (ormai ne rimangono 18), e di costi di ristrutturazione non indifferenti (ca. 7.5 milioni di euro), che configurano nel prossimo futuro uno sbilancio negativo di Ca' Foscari in rapporto alle spese che cesseranno, non dunque esattamente una liberazione di risorse per borse di studio etc. (quella, forse, arriverà negli anni). È stata mai esperita o considerata una via alternativa, per es. una ristrutturazione di concerto con altri enti, una valorizzazione degli edifici sotto la mano pubblica, o analogo provvedimento atto a scongiurare la pura e semplice alienazione?
- La questione delle superfici: anche a prescindere dalla "qualità" degli spazi, nella missiva del Collettivo per la Difesa dei beni artistici di Ca' Foscari, reperibile al sito < http://www.facebook.com/student.sottosf ... tif_t=like >, e vivamente consigliabile a tutti come lettura, si danno misure assai precise per l'insieme delle 5 sedi di area linguistica (le tre in vendita più Ca' Bernardo e Ca' Vendramin): 10.400 metri quadri contro i 6.632 di Ca' Sagredo. Si tratta di dati errati e tendenziosi? O si pensa di trasferire solo i colleghi delle 3 sedi in vendita, vanificando così il proposito di riunificazione complessiva del polo linguistico? O si pensa che i colleghi dovranno "stringersi" un po'? Perché non è stato presentato alla pubblica discussione, né ora né per l'addietro, un coerente progetto di ristrutturazione e riorganizzazione di Ca' Sagredo?
L'altro problema è politico, cioè di "vision", come Lei ama dire. Si pone la questione se l'università debba essere anzitutto un oculato gestore immobiliare, oppure se abbia anche una qualche forma di responsabilità morale e civile verso la città in cui si trova, specie quando la città è così delicata come Venezia. Da tempo alcuni di noi insistono, in interventi per lo più regolarmente ignorati, sulla latitanza di Ca' Foscari (come istituzione) dinanzi al declino morale e materiale di Venezia, che amministrazioni d'ogni sorta hanno perpetrato con la complicità o il silenzio della classe intellettuale. Così, perfino sul sito Unive si celebra l'espansione dell'università sul territorio cittadino (e con piena ragione, visto che i due atenei sono rimasti ormai tra le uniche attività in qualche modo "genuine", cioè non direttamente riconducibili al turismo, in una città altrimenti sempre più simile a un luna-park), ma poi evidentemente si sceglie di muoversi in direzione opposta, si sceglie di alienare i beni storici che possediamo, anche se di notevolissimo valore storico e culturale, e di investire energie e risorse non solo in una pletora di eventi più o meno belli ma per definizione effimeri (o destinati a creare tradizioni censurabili come quella dei cappellini a Piazza San Marco), ma anche in creativi disegni di frigida musealizzazione del poco che è rimasto: mi riferisco al progetto di un luna-park storico-biologico "Veniceland" a Sacca San Biagio (con tanto di ricostruzione di battaglia di Lepanto tra figuranti in costume, Carnevale Perpetuo, e posticce refezioni di casoni lagunari), cui Ca' Foscari fornisce know-how e competenze sul piano dell'archeologia e della biologia (faccio notare che l'impresa costruttrice, la Zamperla SPA, è nota proprio per la realizzazione di parchi di divertimenti).
Sostenere che così si "combatta la monocultura turistica" può sembrare a dir poco un controsenso. Ma per tornare ai nostri edifici, i timori che nascono dall'operazione attuale riguardano il loro futuro, la loro possibile destinazione non più ad attività "vive" come quelle dello studio e della ricerca (che peraltro vi albergano da gran tempo), bensì alla speculazione di varia targa e di vario colore. Non si tratta di timori infondati: Ca' Garzoni e Moro, già sede della Facoltà di Lingue, è finita sul mercato immobiliare come residenza di lusso, attirando per qualche mese perfino le brame della cantante americana Madonna. Ca' Nani Mocenigo, già sede di Italianistica, è da tempo avviata sulla stessa linea, e balzò agli onori delle cronache nel 2010 per aver ospitato Brad Pitt e Angelina Jolie nel loro soggiorno veneziano. E non si contano in città gli edifici storici che hanno seguito parabole affini negli ultimi vent'anni. Non voglio indulgere ad alcun moralismo, e - come Le ho detto - tengo in gran conto i Suoi argomenti in merito alla difficoltà di gestire e tutelare adeguatamente la pluralità delle sedi, specie quando queste ultime sono malagevoli, invecchiate o bisognose di costosi interventi di restauro. Tuttavia onestamente mi chiedo se Ca' Foscari debba disinteressarsi a tal punto del futuro di pezzi importanti della città, che ad essa sono stati affidati e che forse potrebbero essere gestiti ancora per il bene di tutti. Non si tratta di una questione secondaria, né di malposte romanticherie nostalgiche: l'università indica alla polis una via, una scala di priorità, una maniera di essere e di convivere, e - in questa vicenda come in altre - mi chiedo se quelle da Lei perseguite, difese e incarnate nel corso del mandato che sta per finire, siano davvero le uniche possibili.
Cordialmente
FP





Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:20 am
FANTUZZI TIZIANO
Nov 21, 2013


Senza nulla togliere ai colleghi "Dragoni", a cui faccio i miei migliori complimenti, né a tutti coloro che praticano sport a livello universitario, come ex studente (in una famiglia che ha contato ben tre Cafoscarini) mi sento tenuto a dire che le osservazioni del prof. Pontani meritano una pronta e puntuale risposta, quantomeno per dimostrare che "l'istituzione" Ca'Foscari prende ancora in considerazione (perlomeno formalmente) le persone che la compongono, che la fanno vivere, cosa che di questi tempi sembra decisamente improbabile.
Tiziano Fantuzzi

Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:22 am
Ufficio Comunicazione
Nov 22, 2013


Nota del Consiglio di Amministrazione dell’Università Ca’ Foscari Venezia

«Il Consiglio di amministrazione dell'Università Ca' Foscari e tutti i presenti all'irruzione di venerdì da parte di un gruppo di manifestanti, esprimono piena solidarietà al Rettore prof. Carlo Carraro per le vergognose accuse di cui è vittima. Nessuno studente è stato aggredito, la violenza è stata nei manifestanti: il rettore e alcuni consiglieri sono stati spintonati ed insultati da alcuni contestatori che hanno sfondato due porte del rettorato e sono entrati con la forza nella sala dove si stava tenendo il consiglio di amministrazione. Si tratta di un modo di fare ancor più deprecabile considerata la disponibilità mostrata dall'Ateneo a discutere e spiegare nel merito le decisioni che i suoi organi democratici sono chiamati a prendere. Troviamo addirittura inquietanti le falsità espresse da alcuni manifestanti neigiorni successivi che mistificano la realtà, che è del tutto differente: non e' stato compiuto alcun gesto violento nei confronti di nessuno studente. Una minoranza urlante che ha fatto dell'offesa, dell'insulto e della provocazione una prassi consolidata, non può avere cittadinanza dentro alle istituzioni universitarie. Scelte e decisioni devono essere prese in un clima di confronto sereno che questo modo di operare rende impossibile. Il Consiglio di Amministrazione è disponibile al dialogo ed ha sempre valutato con grande attenzione le problematiche della comunità studentesca, legittimamente rappresentata negli organi accademici, ed è impegnato con crescente attenzione (secondo le competenze che gli attribuisce lo Statuto) alla valutazione dei temi che le stanno a cuore, in particolare quelli relativi all'organizzazione dell'attività didattica e degli appelli d'esame».

Sottoscrivono i seguenti componenti e partecipanti del Cda presenti alla seduta del 15 novembre 2013

Achille Penzo
Giorgio Brunetti
Andrea Valmarana
componenti esterni


Ugo Sostero
rappresentante dei docenti


Anna Franca Sibiriu
rappresentante del personale tecnico e amministrativo e dei collaboratori ed esperti linguistici

Stephan Salvador
rappresentante eletto dagli studenti, iscritti ai Corsi di Laurea, Laurea Magistrale e Dottorato di ricerca dell’Università

Massimliano Staiano 

Riccardo Zennaro
componenti del Collegio dei revisori dei conti dell'ateneo

Alberto Scuttari
Direttore Generale Università Ca’ Foscari

Stefano Gasparri
Prorettore Vicario Università Ca’ Foscari


e: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:23 am
Carmela CAMARDI
Nov 22, 2013


Caro Collega Pontani,

non voglio entrare nel merito delle questioni relative alla nuova sede dell'area linguistica, delle quali ben comprendo l’importanza, ma soltanto offrire alla considerazione dei lettori alcune precisazioni tecniche, che mi vengono sollecitate dalle tue osservazioni e che ritengo necessarie affinché il proficuo dibattito che si è aperto sulla politica immobiliare dell’Ateneo si sviluppi sui corretti binari istituzionali, distinguendo questi ultimi dalle questioni personali.

La prima precisazione riguarda il ruolo e la composizione del Consiglio di Amministrazione, descritto come “asserragliato a decidere (unico vero arbitro) del destino degli edifici” . Non sto a riportare l’art.16 dello Statuto, che suppongo noto a tutti, limitandomi ad osservare che procedure di nomina, composizione e ruolo del nostro CdA altro non sono che la piena e inevitabile attuazione del nuovo assetto di governance imposto dalla legge Gelmini. Quest’ultima ha rovesciato il tradizionale rapporto “democratico” tra SA e CdA, consegnando al secondo tutte le funzioni di indirizzo strategico, di approvazione della programmazione finanziaria annuale e triennale e del personale, e soprattutto di vigilanza sulla sostenibilità finanziaria delle attività dell’ateneo; e assegnando per lo più al SA il ruolo di “consulente” che fornisce pareri, spesso obbligatori ma non sempre vincolanti (art.2, lett. e, h, legge 240/2010).
Altrettanto dicasi per le procedure di nomina dei componenti, che la lett. i dell’art.2 della stessa legge affida alla fonte secondaria (gli Statuti) limitatamente ad alcuni aspetti concernenti la “designazione” o “scelta” dei componenti diversi dal Rettore e dalle rappresentanze studentesche. La gran parte degli Statuti che conosco ha adottato previsioni analoghe alla nostra, introducendo la procedura dell’avviso pubblico per le candidature e della selezione ad opera del SA o di un Comitato (costituito da esterni, ma sempre con l’intervento del SA). Non ci sono Statuti che prevedono elezioni libere dei membri del CdA, non potendosi qualificare tali quelle che si svolgono su una rosa ristretta proposta dall’alto. Molti statuti poi assegnano al CdA la piena ed esclusiva competenza proprio nella materia immobiliare.
Lo Statuto di Ca’ Foscari peraltro è stato votato a suo tempo all’unanimità dal Senato allora in carica. Mentre è stata adottata per le candidature al CdA la modalità dell’avviso pubblico.
Tutto questo per dire che ogni –certamente legittima- discussione sulla posizione del CdA va comunque misurata in rapporto a tale assetto normativo di governance, il cui spirito accentratore è visibile in moltissime altre disposizioni, da quella che prevede il bilancio unico di ateneo, a quelle sulla apparentemente solo linguistica mutazione della figura del Direttore amministrativo in quella del Direttore generale. Il legislatore così ha voluto, e le tensioni che possono derivare da un simile assetto sono per gran parte imputabili a tale scelta politica.

In merito all’altra questione concernente la cessione degli immobili, non ho personalmente informazioni diverse da quelle fin qui rese pubbliche, né intendo acquisirle in altro modo. Conto però –in una prospettiva che vorrebbe essere di fiducia nelle istituzioni - che le severe regole previste per questi procedimenti dal Codice del beni culturali (che tu citi), nonché dai regolamenti di Ateneo, unitamente alla supervisione della Corte dei Conti, possano assicurare ciascun componente della nostra comunità circa la legittimità dell’operazione.

Con i migliori saluti.
Carmelita Camardi


e: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:25 am
Andrea STOCCHETTI
Nov 22, 2013


Caro Pontani,

I dibattiti, quelli civili, sono all'ordine del giorno in qualunque struttura. In questi giorni sono circolate lettere che di fatto cercano il dibattito nell'alveo di una normale dialettica.
Non è però questo il caso del suo intervento su questo blog. Sebbene esso sia in alcuni passaggi praticamente identico ad altri scritti di tutt'altra provenienza, in altre parti esso è inaccettabile.
Sono rimasto nauseato dallo slalom verbale che ha compiuto per evitare di condannare il gesto di violenza collettiva accaduto in occasione del cda.
Al solito, lei usa la sua retorica per diffondere ambiguità.
Basta guardare come descrive l'elezione del Cda per capire che non vuole neanche fare lo sforzo di essere preciso in qualcosa che chiunque può verificare solo leggendo lo statuto. Il rappresentante dei docenti e quello del pta sono designati dal senato, fra quelli giudicati idonei dal comitato di selezione. I rappresentanti degli studenti (due) sono eletti dagli studenti. I membri esterni sono quattro, designati da un comitato di selezione formato da un presidente, da tre componenti interni e tre esterni che e' nominato dal rettore una volta acquisito il parere del senato su tutti i suoi componenti.
Sottigliezze, dirà lei, perché i dettagli contano o meno a seconda del fatto che siano o meno funzionali alle proprie teorie.

Aggiunge anche "non intendo intrattenermi sui tafferugli..." credo invece che una condanna esplicita e priva di ambiguità sia un obbligo morale che dovremmo avvertire tutti. Al di là delle opinioni di merito.


: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:26 am
FANTUZZI TIZIANO
Nov 22, 2013


Cari Colleghi, alumni e professori

Ritengo che il punto focale della questione non sia certo l'episodio di "supposta" aggressione, che è soltanto un episodio che avrebbe potuto verificarsi in mille altri momenti e per mille altre eventualità. Mi sembra doveroso rispondere invece ai punti principali della nota del prof. Pontani. Deviare il discorso verso questioni di principio generale che richiamano retoriche anni '70 non può certo definirsi una risposta esauriente. Non agli occhi di un "vecchio" studente, che nell'Università crede ancora un minimo, nonostante tutto.
TF


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:27 am
Andrea STOCCHETTI
Nov 22, 2013


Caro Fantuzzi,

nel complesso la comunità cafoscarina si incontra e discute civilmente, si scambia domande e risposte con lettere a volte accese, ma nel complesso non si sognerebbe mai di esercitare atti illegali o violenti. Si discute nelle sedi appropriate dove vengono date le risposte che cerchi, ove tali sedi sono a seconda delle occasioni le assemblee dei dipartimenti piuttosto che gli incontri con il personale, i rappresentanti degli studenti, il senato o il cda, il consiglio dei direttori e così via. A volte qualcuno insoddisfatto sposta il confronto sui giornali, dove è più semplice aver voce senza dover presentare documenti, ma questo fa parte della cultura di questo Paese è non è il peggiore dei mali dopotutto.
Ma in tutto ciò, scusami se mi permetto di dissentire con te quando dici che quello che è accaduto non è questione focale e poteva accadere comunque. Certi toni hanno un effetto catalizzatore su profili inclini a comportamenti incivili, se non facciamo chiarezza su questo punto non si va da nessuna parte, anche se poi si discute dei problemi nelle sedi di cui dicevo.
Da cafoscarino a cafoscarino, grazie per continuare a credere nell'università.
Cordiali saluti
Andrea


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:27 am
FANTUZZI TIZIANO
Nov 22, 2013


Caro Andrea

Grazie per la risposta. Questo è un blog, pertanto ritengo che entri di fatto tra gli spazi disputati a discutere!E'ovvio che la violenza va condannata in ogni sua forma, e siamo qui appunto per discutere civilmente, giusto? ma se ci perdiamo in polemiche concettuali (parlo in generale, senza riferirmi a una specifica "parte") perdiamo di vista il punto fondamentale: PERCHE' sta succedendo tutto questo?
Ritengo che chi ne ha competenza sia tenuto a dare una risposta. Altrimenti il blog è inutile. Da parte mia, proprio perchè credo ancora nell'Università (e mi sento sempre più un "fossile"), mi sento obbligato a esprimere una certa preoccupazione su come stanno andando le cose.

Cordialmente
Tiziano


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:28 am
Filippomaria PONTANI
Nov 22, 2013


Gentile prof. Stocchetti,
non replico ai Suoi ennesimi insulti, organici alla retorica aggressiva tipica di un potere nervoso (il Suo post delle 15.36 l'ha riscritto almeno due volte: nella precedente versione - rimossa dal web nel pomeriggio - mi definiva, se ben ricordo, "subdolo ed elusivo": spero "incivile" e "nauseante" Le suonino ora meglio come viatico per una discussione serena).
L'unica cosa concreta di cui parla mi dà pienamente ragione: nel CdA non c'è alcun membro eletto democraticamente, tranne i rappresentanti degli studenti; gli altri sono nominati dal Rettore oppure selezionati da un comitato nominato dal Rettore; tra questi ultimi, vi è un solo rappresentante dei docenti, che nella fattispecie è un uomo di fiducia del Rettore, votato dal Senato Accademico con una risicata maggioranza (6 a 5, con 5 astenuti) nella burrascosa seduta del 28.11.2012.
Mi dispiace dover obiettare alla collega Camardi, così cortese nel suo argomentare, che il nostro Statuto è certo fatto come è fatto, ma non è l'unico possibile, né vale granché nascondersi dietro l'usbergo della legge Gelmini (che certo coadiuva, ma non impone). Solo per fare degli esempi, nell'università di Pisa, nell'università di Palermo, e nell'università di Genova, ben 5 componenti del CdA su 10 (o su 11), oltre ai 2 studenti, sono interni all'Ateneo, e vengono eletti da professori (4) e personale amministrativo (1) nel loro complesso, all'interno di una rosa approvata dal Senato Accademico. Nell'università di Torino si ricorre invece, come da noi, a un comitato di selezione, ma questo comitato non è nominato dal Rettore, bensì è eletto dall'insieme dei professori e personale amministrativo. E potrei andare avanti. Se si pensa che sia lo stesso avere un CdA (dal ruolo tanto più "cruciale", come la Camardi giustamente rileva, in forza delle prerogative assegnategli dalla normativa Gelmini) con 5 membri interni o con 2, oppure che sia lo stesso avere membri del CdA eletti (sia pure all'interno di una rosa scremata dal Senato Accademico) o viceversa nominati direttamente o indirettamente dal Rettore, vuol dire che si fa di tutto - a mio avviso - per non vedere il bonapartismo strisciante in questo Ateneo.
E ora, di grazia, qualcuno potrebbe dare delle risposte sulla "permuta del secolo"? Grazie sin d'ora
FP


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:29 am
BUSATTO EMANUELE
Nov 23, 2013


PAROLE AMARE, discussioni apparentemente sempre aperte mentre intanto a decidere sono sempre i pochi più o meno legittimati a rappresentare la collettività. Una nota sempre più familiare mio malgrado. Non so in che modo si risolverà questa questione ma è interessante constatare che "cultura per cultura" è sempre più utopia nella contemporaneità e questi casi ne sono un esempio. Il resoconto dei bilanci lascia spazio a scelte tanto autoritarie quanto ciniche con tramonti culturali in questo ateneo. Anni di tribunali con sentenze favorevoli alla svendita immobiliare di un patrimonio artistico forse troppo grande per essere considerato nella singolarità. Mi commuove chi si ostina, giustificando con quozienti economici, questa "scelta" arbitraria. Studente e testimone di professori in ginocchio per scongiurare questi avvenimenti attenti sempre più all' immobiliare e sempre meno al culturale. Una metamorfosi che mette a disagio sensibilità come quella del prof. Pontani, che con estrema chiarezza tenta di sollevare incognite a cui bisognerebbe dare risposta anziché continuare a cercare il cavillo viziato nell'espressione scrittoria. Chiunque si sia offeso dall' intervento credo si sia in qualche modo sentito carico di una colpa che non riesce a giustificare ma che in realtà sussiste. Pezzi di umanità tirati in ballo ma rovinosamente. Per fortuna ci pensa lo "sport " a giustificare le fatture e a far quadrare i bilanci. 
E.B.

Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:29 am
Andrea STOCCHETTI
Nov 23, 2013


Caro Pontani
cosa mai non farebbe e direbbe pur di evitare di prendere le distanze quell'episodio di illegalità e violenza.
Le ho chiesto di condannare esplicitamente l'irruzione con la forza, gli insulti e l'aggressione dei contestatori, non lo ha ancora fatto.
A lei che è così presente su ogni tema le chiedo ancora una volta di farlo in modo inequivocabile, con un testo privo di orpelli lessicali e di narrazioni di contorno.
Se non lo farà saranno le ultime parole che le rivolgerò, in questa e in qualunque altra sede, perché mi avrà costretto mio malgrado a desumere un'indole morale che dietro ampi e numerosi veli di parole solo apparentemente cortesi lei corteggia l'etica dell'aggressione, cosa alla quale mi rifiuterò di credere fino quando il suo silenzio non mi darà una conferma in tal senso.


e: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:33 am
Ufficio Comunicazione
Nov 23, 2013


Nota ufficiale dell'Università Ca' Foscari sul campus linguistico-umanistico

Rispetto agli articoli di stampa apparsi in questi giorni relativamente al completamento del campus Umanistico-Linguistico con l'acquisizione di un ulteriore edificio, denominato Malcanton-Marcorà 2, con pagamento attraverso la cessione di tre immobili di proprietà dell'ateneo si precisa quanto segue:
- i tre immobili dell’Ateneo, pur aventi tratti di pregio storico ed artistico puntualmente identificati nei decreti di vincolo emessi dagli organi preposti, non sono funzionali ad un adeguato espletamento dell’attività didattica e di ricerca. Gli attuali costi di gestione, unitamente a quelli necessari per il loro adeguamento normativo, non sono sostenibili senza ricorrere all’aumento delle tasse universitarie o alla riduzione delle spese per attività di ricerca, per assunzione di nuovo personale docente, ricercatore e amministrativo o per la progressione di carriera del personale.
- Ca' Foscari ha quindi deciso di acquistare un nuovo edificio, contiguo a quello di Malcanton Marcorà 1, in modo che i due Dipartimenti di lingue possano avere un'unica sede, munita di una unica biblioteca di area linguistica a scaffale aperto, in sinergia con l’attuale biblioteca di area umanistica. I costi di gestione e manutenzione della nuova sede sono inferiori a quelli delle sedi attuali pur garantendo, con ottimi standard, l’ospitalità di tutto il personale docente, ricercatore e amministrativo dell’area di lingue, nonché di docenti a contratto, assegnisti e collaboratori di ricerca con un ulteriore margine di sviluppo di circa il 20%. Il piano prevede anche il mantenimento del numero di posti destinati ad aule per la didattica. La configurazione dell’edificio da acquisire permette una personalizzazione degli spazi in funzione delle necessità anche particolari dei dipartimenti coinvolti, una volta che l’operazione sia stata definita.
- La cessione è stata autorizzata dagli organi di controllo, cui la legge attribuisce competenza. L'Università non ha la possibilità, né il compito di stabilire il destino degli immobili da cedersi, sui quali tuttavia il Ministero e gli Enti territoriali hanno competenza di pianificazione e diritto di prelazione, ai sensi della normativa vigente. Per l'alienazione dei tre palazzi e l'acquisto di Malcanton-Marcora' 2 Ca' Foscari ha ottenuto e rispetta tutte le autorizzazioni fin qui rilasciate e sta operando nel pieno rispetto delle normative vigenti.
- La stima dei valori immobiliari di tutti gli edifici in questione è stata congruita dagli organi a ciò preposti, come previsto dalla normativa.
- I documenti circolati ed emessi da canali non conosciuti dall’Ateneo, sulla cui base sono state costruite congetture e ipotesi sull'operazione immobiliare, non sono ufficiali e sono superati dalle più recenti deliberazioni degli Organi di ateneo. Per questo Ca' Foscari diffida ad emetterli e ad utilizzarli per dichiarazione o affermazioni false o incomplete, che possono mettere a rischio il buon esito della trattativa, riservandosi di ricorrere in ogni sede per eventuali danni subiti.
- L’Ateneo ritiene con questo di aver fornito tutte le informazioni in suo possesso e di mantenere il doveroso riserbo fino alla conclusione del procedimento, in modo che i tecnici degli enti e delle istituzioni coinvolte possano completare tutte le verifiche di rito.


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:34 am
CINQUE Guglielmo
Nov 24, 2013


Vorrei aggiungere alle riflessioni e alle preoccupazioni esposte, come sempre in maniera ammirevolmente puntuale, dal collega Pontani una preoccupazione ulteriore. Nel frattempo spero che tutte le questioni sollevate da lui e dal CDA (Collettivo per la Difesa dei beni Artistici di Ca’ Foscari) nella circostanziata lettera distribuita dalla RSU di Ateneo, CGIL e CUB, il 22 novembre, possano trovare una risposta precisa, corredata di tutti i dati necessari per una valutazione obiettiva (non semplici comunicati o risposte che spostano il problema). Il punto è che al di là delle dichiarazioni di intenti, per salvaguardare trasparenza, democrazia interna, e un clima sereno, è necessario fornire tutti gli elementi del piano predisposto e ogni altra informazione rilevante a tutta la comunità.
Vengo alla preoccupazione specifica (che è già emersa in parte nella lettera del CDA). Il nostro rettore nella sua lettera del 17 novembre annovera tra i grandi vantaggi dell’operazione di dismissione dei tre palazzi storici attualmente occupati dai due dipartimenti di lingue (oltre a quelli di Ca’ Bernardo e Palazzo Vendramin), e di acquisizione del (meno storico) secondo blocco dell’ex-Enel, la creazione di “un’unica biblioteca a scaffale aperto” (punto ripreso anche nell’ultima nota dell’ufficio comunicazione). Più sotto, nella stessa lettera, si dice che “[a]nche per la biblioteca la superficie disponibile sarà superiore di (a?) quella oggi disponibile”. Ma allora non si capisce come mai nel resoconto della seduta del CdA del 15 novembre scorso fatta da uno dei rappresentanti degli studenti di quel Consiglio (
http://www.cafoscarini.it/topic/13607-r ... mbre-2013/) si riporti che “Per quanto riguarda i libri nella nuova biblioteca, verrà attuato lo stesso meccanismo in fase di perfezionamento alle Zattere [che mi dicono non aver avuto né capo né coda]; verranno portati a Ca' Sagredo [ex-Enel] i libri più usati, mentre quelli meno consultati saranno depositati nei magazzini di Mestre e resi disponibili dopo 24 ore dalla richiesta” (come si possa determinare quali sono quelli più usati e quali quelli meno consultati Dio solo lo sa, anche visto che i volumi di alcune delle biblioteche di Lingue sono già consultabili a scaffale aperto). Inoltre, ai membri del Consiglio del Sistema Bibliotecario di Ateneo (di cui ho fatto parte fino alle dimissioni mie, e del collega Ravegnani, a settembre di quest’anno) è stata prospettata come assai probabile la necessità di collocare tutte le riviste di Lingue a Ca’ Bernardo, per la presumibile insufficienza degli spazi. L’insufficienza degli spazi del nuovo contenitore era già adombrata del verbale del CdA del 2/7/2012 che a p.76 recita: “L’edificio proposto in permuta, descritto sinteticamente in allegato, consentirebbe quindi di ospitare tutto il personale docente, di ricerca, tecnico e amministrativo dei due Dipartimenti dell’Area linguistica e, probabilmente [corsivo mio], anche l’intera Biblioteca di Area linguistica. In tale ipotesi il palazzo Ca’ Bernardo potrà essere utilizzato per altre funzioni, o come sede della Biblioteca di Area linguistica (B.A.LI.)”. Da allora è stato predisposto un piano più preciso? A fronte della quasi identica quantità di libri (v. le cifre riportate nella lettera, già citata, del CDA, a p.4) la BALI, se ospitata (forse solo in parte) all’ex-Enel, potrà disporre di un solo piano interrato, rispetto ai due della BAUM (per giunta verosimilmente non accessibile agli studenti e ai docenti, vistane l’altezza: 2m e 25cm). Quindi, se scaffale aperto sarà, sarà uno scaffale aperto in parte altrove e in parte al chiuso. Che necessità ci sarebbe di arretrare rispetto alla più che dignitosa situazione attuale se “la superficie disponibile sarà superiore di quella oggi disponibile”?
Incontestabile sembrerebbe, almeno, il vantaggio derivante dall’unificazione (ossimoricamente su più sedi) e dall’ampliamento dell’orario di apertura. Ma questo vale solo a parità di tutto il resto; parità che resta tutta da stabilire. Attualmente le cinque biblioteche di Lingue dispongono di stanze di lettura (alcune assai ampie), che hanno permesso ai pur più numerosi studenti di Lingue di non vivere il sovraffollamento vissuto dagli studenti e dagli studiosi che frequentano la BAUM. Nonostante la loro frammentazione e i loro orari di apertura più ridotti, le biblioteche di Lingue si sono qualificate, nell’ultima rilevazione fatta, al primo posto (sappiamo quanto il rettore sia sensibile a dati come questo) tra tutte le biblioteche dell’Ateneo nella soddisfazione degli studenti. La domanda è: potranno questi standard di funzionamento esser garantiti nella nuova organizzazione degli spazi? Temo che nessuno lo sappia.
In un’azienda, quale è agli occhi di alcuni Ca’ Foscari, la “customer satisfaction” dovrebbe essere uno degli obiettivi strategici, ma in realtà poco si è fatto per misurare la soddisfazione e la conseguente (de)motivazione dei suoi “clienti”, gli studenti, i docenti e il personale tecnico-amministrativo. Per alcune componenti, almeno, questa non è mai stata misurata.
Molti di noi sentono il bisogno non di vaghe, ancorché suggestive, rappresentazioni di ciò che ci aspetta ma di dati e piani controllabili, almeno se si vuole che le parole abbiano ancora una corrispondenza con la realtà.
Guglielmo Cinque


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:36 am
Giorgio BRIANESE
Nov 24, 2013


Gentile Rettore,
avevo pensato di esprimere il mio punto di vista a proposito della permuta (o vendita? confesso che, certo per un mio limite, non ho ben capito) dei palazzi cafoscarini, poiché mi pare vicenda non priva di ombre le quali, anche perché quella universitaria è (o dovrebbe essere) una comunità, andrebbero dissolte.
Mi sono però reso conto ancora una volta che, anziché essere un luogo di confronto anche critico, il Suo “blog” tende ad ospitare pacificamente solo il consenso. Non appena qualcuno – in questo caso, per primo, il collega Pontani, al quale, per quello che valgono, vanno la mia stima e la mia solidarietà – pone, argomentando puntualmente, interrogativi che a me (ma, a quel che sento e leggo, non solo a me) paiono ineludibili, ecco subito qualche voce (non la Sua, in effetti, dato che Lei per lo più non risponde) pronta ad aggredire, con buona pace del fatto che la condanna della violenza (che è anche violenza del linguaggio) dovrebbe essere per ciascuno un “obbligo morale” (a proposito: poiché non ho assistito ai fatti recenti evocati da alcuni interventi, ma ho letto e ascoltato di essi versioni non poco contrastanti, confesso che, allo stato delle mie conoscenze, non saprei cosa o chi eventualmente condannare; mi scuso sin d'ora se questo potrà suscitare nausee ulteriori, ma allo stato attuale delle mie conoscenze altro non so dire). Mi rendo anche conto che tutto questo si inserisce perfettamente nello scenario complessivo del nostro tempo ed è conforme alle “logiche” del potere, accademico e non, ma ciò, anziché consolarmi, accresce la mia preoccupazione.
Ho pensato per ciò, in questa sede, di rinunciare a esprimere opinioni o a porLe domande, che verosimilmente cadrebbero nel vuoto (e magari mi esporrebbero, in aggiunta, agli strali della recente “diffida” - che certo contribuirà alla serenità del dialogo, con buona pace della libertà di espressione - o a una richiesta di risarcimento danni da parte dell'Ateneo).
Tuttavia, poiché sono un inguaribile ottimista, mi illudo che Lei, essendo il Rettore di tutti e non solo di chi sostiene o condivide le Sue iniziative, presti ascolto anche al dissenso e promuova un pubblico confronto aperto a tutti i punti di vista, anziché limitarsi a procedere per comunicati (il fatto stesso che di questa vicenda si sia costretti a ragionare rubando spazio alle lodi per gli atleti non è privo di significato); potrebbe così fornire - a Ca' Foscari, ma anche alla città di Venezia, non marginalmente interessata alla questione – tutti i chiarimenti richiesti; mi pare infatti che il collega Guglielmo Cinque abbia ragione: per una valutazione obiettiva di una vicenda così complessa non bastano certo “semplici comunicati o risposte che spostano il problema”.
Un saluto cordiale,
Giorgio Brianese



TONIOLO Sandra
Nov 25, 2013


Gentilissimi,
Le cinque sedi delle biblioteche di area linguistica hanno svolto in questi tre anni un prezioso lavoro di uniformazione dei servizi , che sono stati resi omogenei nella modalità di erogazione e nell’estensione oraria, e progressivamente sviluppati verso soluzioni digitali analoghe a quelle delle biblioteche maggiori. La soddisfazione espressa dagli studenti nel questionario sulla didattica premia il Sistema bibliotecario con il voto più alto sui servizi, ed evidenzia il loro gradimento per l’insieme delle biblioteche dimostrando anche che gli studenti di lingue sono già ora forti frequentatori di BAUM, e di altre sedi bibliotecarie, a differenza degli studenti di altre aree che si mostrano affezionati a un’unica sede di elezione.
Le cinque sedi fisiche delle biblioteche BALI godono del vantaggio di avere posti a sedere disseminati in varie zone anche esterne alle biblioteche stesse. E’ una situazione conveniente che cercheremo di riproporre differenziando le aree studio (sull’esempio dell’Aula colonne di San Sebastiano) dalle aree destinate alla consultazione delle collezioni librarie o ai servizi professionali, e che trova un fattore di ulteriore differenziazione nel passaggio sempre più esteso alle collezioni elettroniche. E’ inoltre un carattere distintivo delle biblioteche BALI offrire anche ampie collezioni di materiali audiovisivi e documenti in formati non librari. 
E’ però difficile per gli studenti avvalersi pienamente di un patrimonio librario non facile da raggiungere, perché lontano o perché a scaffale chiuso o anche a causa di orari più limitati che nelle biblioteche maggiori. E’ difficile anche per il Sistema bibliotecario rinforzare i servizi di tante sedi disperse, e valorizzare le competenze del personale senza sottrarre energie al presidio delle sedi stesse. La condivisione di spazi di studio e di incontro, anche con persone di altri indirizzi di studio, è più funzionale in una sede unica, come dimostrano le esperienze delle due biblioteche che accolgono il 60% degli studenti, BAUM e BEC, e come si realizzerà tra poco per l’area scientifica in via Torino. I principi basilari del progetto che fin dal 1998 vedevano nell’unificazione delle biblioteche una migliore opportunità di accesso all’informazione accademica sono tuttora validi, addirittura potenziati dalla possibilità di accedere a un patrimonio librario multidisciplinare, contiguo ai luoghi della didattica e della ricerca ma ancora più ricco grazie all‘integrazione di servizi con BAUM.
Cercando di rispettare le esigenze emergenti, oltre a quelle conosciute, il disegno dei servizi bibliotecari per BALI si sviluppa su quattro direttrici:
- posti di studio (sui propri libri) individuale o di gruppo;
- posti di consultazione delle collezioni librarie, con particolari tutele per quelle rare o di pregio;
- accesso alle risorse online;
- accesso a documentazione audiovisiva o in formati non librari.
Il primo fattore (posti di studio) va visto in relazione ai flussi di utentisu più sedi dell’Ateneo, considerato che gli studenti di area linguistica frequentano BAUM, CFZ, San Basilio, San Sebastiano. Completa la visione della nuova BALI ma è esterno ad essa.
Il secondo fattore (conservazione e movimentazione delle collezioni librarie) si sviluppa nell’ottica del migliore utilizzo, e cioè conservazione protettiva a Ca’ Bernardo per le collezioni rare, antiche o di pregio, integrazione multidisplinare con le collezioni BAUM per le collezioni moderne fruibili a scaffale aperto, conservazione gestita nel deposito librario di via Torino per i volumi doppi o presenti in formato digitale. Deposito gestito significa che il materiale librario non è inscatolato in pile irraggiungibili, ma lo si può richiedere e ricevere il giorno dopo nella sede di consultazione, o si possono ricevere gli articoli richiesti in scansione digitale sulla propria casella e-mail.
Il terzo fattore (risorse online) è in continuo ampliamento, e su di esso il Sistema bibliotecario investe ingenti risorse finanziarie, tanto da avere una disponibilità di libri online che ha già numericamente superato la disponibilità dei libri cartacei; le iniziative di digitalizzazione del patrimonio librario sono una realtà sia cafoscarina che internazionale in continua crescita, e rende incerta la previsione di ampliamento delle collezioni librarie basate sul trend storico.
Il quarto fattore (materiali audiovideo e documenti non librari) condurrà BALI a offrire servizi unici nel Sistema bibliotecario caratterizzati da attrezzature informatiche di alto profilo per ascoltare/vedere documenti in vari alfabeti, e per interagire creando annotazioni personali secondo i modelli di servizi in rete di ultima generazione.
Dunque, il problema di far evolvere i servizi della biblioteca linguistica è più complesso e sfidante dell’unificazione fisica di cinque sedi. Per risolverlo sono necessari più contributi, tra i quali è fondamentale il supporto di docenti e ricercatori nel definire il valore dei contenuti, l’attualità delle tendenze didattiche e di ricerca, la selezione oculata anche in rapporto alle risorse librarie delle Università vicine, la condivisione delle aspettative. Possiamo pensare a un salto qualitativo dei servizi, simile a quello avvenuto con l’uniformazione di regole e standard che fino al 2010 distinguevano le varie biblioteche dell’Ateneo: il Sistema bibliotecario è vivamente interessato a conoscere le visioni di quanti già usano le biblioteche e di ogni altra componente dell’Ateneo, per erogare un servizio ancora più soddisfacente.
Con i migliori saluti
Sandra Toniolo











Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:38 am
BALDO Maria Antonietta
Nov 25, 2013


Desidero segnalare che per un incomprensibile errore da parte della Nuova Venezia di oggi 25 novembre, a pag 10 nell'articolo intitolato "“Palazzi in vendita, è polemica”, mi e' stato attribuito un intervento che non ho mai fatto ne' a voce ne' per iscritto.
Cio' e' successo perche' leggendo questo blog "sportivo" a cui io avevo risposto in data 10 novembre come delegata dello sport, mi sono state attribuite affermazioni relative alla questione degli immobili, scritte invece successivamente a partire dal 21 novembre da altri colleghi che si sono inseriti su questo tema estraneo allo sport cafoscarino.

qui sotto giro il messaggio che ho inviato alla redazione della Nuova Venezia, chiedendo una precisazione.
e' evidente che questo spiacevole episodio mi ha creato un notevole risentimento ed imbarazzo.
grazie per l'attenzione
antonietta baldo

alla redazione della Nuova Venezia:

"Rispetto a quanto pubblica oggi a pag. 10 La Nuova Venezia nel pezzo intitolato “Palazzi in vendita, è polemica”, intendo precisare che non ho mai espresso in alcun modo un giudizio rispetto a questo intervento né a voce né per iscritto, come si evince chiaramente leggendo il blog del rettore, in cui io comparivo solo in un contesto sportivo legato alle attivita' di voga, essendo delegata del rettore per le attivita' sportive .
Le frasi e le posizioni a me attribuite riguardo i "Palazzi in vendita.." non mi appartengono in alcun modo, trattandosi tra l'altro di una vicenda rispetto alla quale non ho competenze dirette."

Francamente ritengo che non sia sufficiente mettere solo una smentita in fondo al giornale , e chiedo appunto che provvediate nel modo migliore a rendere ben chiaro ai lettori tale errore.

grazie
maria antonietta baldo


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:38 am
CINQUE Guglielmo
Nov 25, 2013


Torno brevemente sulla questione che avevo sollevato, anche se è solo un tassello della più ampia questione del modus operandi di questa Amministrazione. Pur apprezzando il contributo della dirigente del Sistema Bibliotecario, dott.ssa Toniolo, le mie preoccupazioni permangono. Il punto non è se convenga avere cinque biblioteche distinte di Lingue o una biblioteca d’area unificata (magari integrata con quella di area umanistica). Credo che chiunque abbia esperienza delle grandi biblioteche universitarie anglosassoni non avrebbe alcun dubbio. Il punto è se si riesca nello specifico ad attuare, e come, una vera unificazione, senza arretrare di un millimetro dai livelli già raggiunti. Da nessuna parte riesco ancora a trovare una risposta alle domande che in molti abbiamo posto, tra cui:
- E’ vero che “per la biblioteca la superficie disponibile sara’ superiore di quella oggi disponibile”? (
http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=164695) (parrebbe di no, se si è considerata l’eventualità di collocare altrove i periodici di Lingue).
- E’ vero che “la nuova grande biblioteca di area linguistico-umanistica offrirà un patrimonio librario e documentale unificato completamente a scaffale aperto”? (
http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=164695) (parrebbe di no, se all’ex-Enel l’unico piano interrato destinato alla BALI rischia di essere utilizzato solo come magazzino non accessibile agli utenti, e se si parla di un deposito librario in via Torino per gestire i volumi “poco consultati”, i doppi, e altri, ottenibili a richiesta, si dice, nel giro di 24 ore (non festive) - peccato che questo sistema non stia funzionando per i periodici e i libri della CFZ già lì trasferiti (collocazione DEP-VT), al momento dichiarati “irraggiungibili” dallo stesso personale in servizio).
- Verranno garantiti gli attuali posti di lettura per gli studenti (442) e le attrezzature informatiche presenti nelle 5 biblioteche?
- Esiste un progetto della futura BALI, cioè uno studio di previsione sulla compatibilità della nuova sede con gli attuali spazi e servizi? Se sì, perché non è stato oggetto di puntuale discussione in seno al Consiglio dello SBA, e non è stato illustrato ai fruitori di questo patrimonio (studenti, docenti e ricercatori), che hanno avuto finora solo il ruolo di spettatori di decisioni prese altrove (quando avrebbero potuto proficuamente contribuirvi)?
E siamo ancora in attesa di una risposta alle domande poste dal collega Pontani su questo blog e dal Collettivo per la Difesa dei beni Artistici di Ca’ Foscari nella lettera diffusa dalle RSU.


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:39 am
CANINO MARTA
Nov 27, 2013


Giorno dopo giorno tutto tace, o meglio, si impone il silenzio.
Nonostante le moltissime richieste di incontro, confronto e chiarimento l'unico intervento arriva tramite una striminzita nota ufficiale. Preoccupanti sopratutto gli ultimi due punti...diffide e silenzio stampa fino all'avvenuta vendita/permuta. Di fatto questa nota è una risposta alle due domande più importanti poste fin'ora al Rettore: in primo luogo si chiedeva al Magnifico di fornire tutta la documentazione relativa all'operazione così da fare chiarezza e tranquillizzare tutta quella componente di studenti/docenti/personale preoccupati dai possibili disagi già sperimentati dai colleghi di Chimica e non solo. Considerando che nel 2010 (prima del rinnovo di tutti gli organi d'Ateneo) era stato presentato un generale piano strategico, in nome del quale tutta la vicenda di Cà Cappello, Cà Bembo, Palazzo Cosulich e Cà Vendramin viene rivendicata come nota e legittima, non c'è da stupirsi se a partire da noi rappresentanti degli studenti ai docenti chiediamo di visionare i documenti. Stupisce molto che a queste molteplici richieste non venga data risposta. Non si capisce perchè il processo abbia subito un'accellerazione durante il mese di luglio, o perchè il CdA abbia dato mandato al Rettore di permutare o vendere senza consultare il SA, dal 2010 ad oggi. Dal verbale pubblico ed on-line di luglio inoltre mancano le 12 pagine che trattano la questione dei palazzi (sappiamo da nota ufficiale che un notaio avrebbe richiesto quelle pagine per apporre delle modifiche...forse la dicitura da permuta a vendita?) e ancora oggi non visualizzabili dopo la seduta del 15 novembre(data in cui è stato approvato il verbale di luglio).
Abbastanza comprensibile che tutta questa confusione generi incertezze e richieste di trasparenza. Ancor meglio, viene fatta richiesta all'uscente Rettore di fermare per un istante questa operazione e lasciare che siano i futuri candidati alla carica di Magnifico ad avviare un costruttivo tavolo di confronto su questo tema.
Come studentesse e studenti paganti, ci teniamo molto a fare chiarezza su un punto, senza nemmeno dilungarci troppo...a chi imputa agli studenti atti violenti e vandalici chiediamo solo questo: ne avete le prove?
Come rappresentanti degli studenti eravamo presenti in 9, più i 2 all'interno del CdA (uno dei due ragazzi dopo i fatti si è dimesso dalla carica di rappresentante ed ha ritirato la firma dal documento). Gli agenti di polizia presenti in rettorato hanno subito dichiarato davanti a circa 100 studenti e alla presenza del Rettore che nessuna porta, immobile o altro aveva subito danni, i giornalisti presenti hanno potuto constatare di persona la massima civiltà ed educazione dei manifestanti. Saranno i tribunali a stabilire di chi è stata la violenza, grazie al referto medico stilato dal pronto soccorso e alle testimonianze di soggetti effettivamente presenti all'epoca dei fatti.
Abbiamo tenuto una conferenza stampa pubblica dove abbiamo ribadito il fatto che non abbiamo interesse a fare polemica, ma che anzi saremmo stati disposti a fare un passo verso il Rettore se questi avesse riconosciuto il proprio errore, distendendo il clima e chiedendo scusa allo studente ed indicendo infine un momento di confronto pubblico, magari con una Assemblea d'Ateneo che da troppo tempo non viene convocata.
Spero che questo commento venga accettato senza aggressioni verbali.
Cordialmente
MC


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:40 am
Ufficio Comunicazione
Nov 30, 2013


CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
LETTERA DI SOLIDARIETA' AL RETTORE E AL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Venerdì 15 scorso è accaduto un fatto grave e da stigmatizzare duramente: durante una seduta di Consiglio di Amministrazione un gruppo organizzato ha interrotto i lavori, irrompendo nella sede dove questa era regolarmente riunita, con parole e atti violenti.
Il Veneto, in anni non lontani da questo, ha vissuto episodi di antagonismo violento che non vorremmo mai vedere ripetersi; l'università su tutte ha sofferto la violenza di minoranze organizzate che non devono trovare accondiscendenza, né coperture di alcun genere.
Riteniamo quindi, in qualità di consiglieri regionali, di esprimere la nostra solidarietà alla Università di Ca'Foscari ed in particolare al Suo Rettore e al Consiglio di Amministrazione offesi e colpiti nell'esercizio del proprio ruolo.

Firmatari:
Graziano Azzalin
Luca Baggio
Andrea Bassi
Davide Bendinelli
Giuseppe Berlato Sella
Dario Bond
Franco Bonfante
Mauro Bortoli
Giuseppe Bortolussi
Diego Bottacin
Santino Bozza
Federico Caner
Bruno Cappon
Vittorino Cenci
Renato Chisso
Roberto Ciambetti
Luca Coletto
Giancarlo Conta
Maurizio Conte
Marialuisa Coppola
Cristiano Corazzari
Piergiorgio Cortelazzo
Elena Donazzan
Roberto Fasoli
Nicola Ignazio Finco
Marino Finozzi
Mariangelo Foggiato
Stefano Fracasso
Gustavo Franchetto
Giovanni Furlanetto
Massimo Giorgetti
Raffaele Grazia
Nereo Laroni
Arianna Lazzarini
Mauro Mainardi
Franco Manzato
Giampietro Marchese
Gennaro Marotta
Claudio Niero
Leonardo Padrin
Stefano Peraro
Bruno Pigozzo
Antonino Pipitone
Gianpiero Possamai
Sergio Reolon
Clodovaldo Ruffato
Piero Ruzzante
Remo Sernagiotto
Claudio Sinigaglia
Daniele Stival
Moreno Teso
Carlo Alberto Tesserin
Lucio Tiozzo
Costantino Toniolo
Paolo Tosatto
Matteo Toscani
Stefano Valdegamberi
Luca Zaia
Marino Zorzato


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:41 am
FANTUZZI TIZIANO
Dec 1, 2013


Magnifico Rettore

Se posso arrogarmi il diritto di fare la "vox populi", ed ammettendo tutta la mia ignoranza in materia, ritengo che sia doverosa una risposta. Se chi è competente ha deciso in questo modo immagino ci siano dei motivi: la centralizzazione delle biblioteche può avere un senso, e sicuramente i costi di gestione, mantenimento (e messa a norma) dei "vecchi" dipartimenti erano un onere imponente. Io (come la maggioranza degli studenti) non sono contrario di principio, ma vorrei sapere:
1) quanti soldi risparmia/guadagna l'Università con questa operazione?immagino che non ci si perda, altrimenti dubito che la corte dei conti consentirebbe una transazione del genere. ERGO:
2) dove verranno reinvestiti questi soldi? in borse di studio? in ricerca? nel caso sono pienamente d'accordo, dando per scontato che l'attribuzione di questi fondi sarà regolare e trasparente come è ovvio per un pubblico ateneo prestigioso quale mi ostino a credere che sia Ca'Foscari.

Confidando in una Sua pronta risposta
Tiziano Fantuzzi


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:42 am
MARACCHIONE FRANK
Dec 1, 2013


Risposta alla lettera della Prof. Chiara Mio sul "Gazzettino" del 30 Novembre:

Gentile Prof. Chiara Mio,

dopo aver letto la sua lettera sul Gazzettino di Sabato 30 Novembre ho ritenuto fosse il caso di risponderle essendomi sentito chiamato in causa come studente e rappresentante degli studenti di Lingue del nostro Ateneo.

Entrando a gamba tesa nel merito della questione lei descrive la decisione del Rettore come motivata da un “miglioramento della didattica e ricerca nell'area linguistica grazie anche a una biblioteca a scaffale aperto”; di grazia in che modo la diminuzione del numero di aule, come ammesso dal Direttore Generale Scuttari nell'Assemblea dei due Dipartimenti di Lingue del 27 Novembre, risulterebbe un miglioramento per la didattica? Anche ammettendo che esisterà davvero una biblioteca unica (già si parla di mantenerne comunque una parte a Ca' Bernardo) e per di più a scaffale aperto, caratteristica giudicata impossibile dalla stessa Presidente di BALI durante il suo intervento, sempre durante la suddetta assemblea, a causa della mancanza di spazi nei piani ad essa dedicati, come potrebbe lo spostamento di una grande parte della collezione libraria dell'area linguistica in magazzini situati in terra ferma favorire la ricerca? Concludo che definire servizi di “mediocre qualità” la didattica erogata nelle sedi in oggetto mi sembra quantomeno poco in linea con la tradizione di eccellenza che i Dipartimenti di Lingue offrono al nostro Ateneo; per di più proprio in queste sedi si sono svolte le ricerche che hanno portato il DSAAM ai migliori risultati di Valutazione della Qualità della Ricerca a livello nazionale per la propria area di competenza.

Passando poi all'ipocrisia più grande, si legge nella sua lettera: “E' sostenibile ignorare il bisogno dello stakeholder studente attuale e futuro?”. Ora mi chiarisca un secondo: che vantaggio potrebbero avere gli studenti dalla svendita di tre sedi storiche la cui trasformazione in hotel o centri commerciali come lei stessa poco sopra ammette “rattrista molto emotivamente” e se posso anche culturalmente e nelle quali sono presenti aule e biblioteche molto frequentate dagli studenti in cambio di un palazzone dell'enel per il 70% dedicato a studi dei docenti dei due Dipartimenti e per due soli piani dedicati ad una biblioteca che non è nemmeno paragonabile a livello di grandezza alla già troppo frequentata dirimpettaia Biblioteca di Area Umanistica (BAUM)? Fra l’altro eliminando tutte le aule delle tre sedi in cambio di fumose promesse di una nuova ala della sede di San Basilio, ancora incerta, che a quanto pare secondo l'amministrazione dista 5/7 minuti dalla cosiddetta Ca' Sagredo (forse in taxi). A fronte per di più dell'imminente demolizione di Santa Marta, che sarà sì una residenza studentesca, ma a scapito delle aule più capienti del nostro ateneo. Se questo è il loro modo di pensare a noi, per favore ci ignorino.

Sento poi molto spesso parlare di “campus” nella vuota retorica di questa amministrazione. Anche volendo sostenere che l'unificazione dell'area linguistica sia una cosa positiva in assoluto, cosa che non tutti condividiamo per svariati motivi, dove sarebbe esattamente questo campus? Un campus composto da una moltitudine di sedi, evidentemente, visto che sono state citate Ca' Sagredo, Ca' Dolfin, Rio Nuovo, San Basilio, Ca' Bernardo e ho sentito parlare persino di Ca' Bottacin. Perchè allora parlare di unificazione se siamo già certi che questa non risulta possibile? Mettendo la questione in questi termini risulta evidente come già con gli edifici attualmente in uso ai dipartimenti si potrebbe costituire un "campus", andando magari a fare un'analisi al fine di creare un circuito più funzionale tra gli stessi.

Concludo la questione delle sedi commentando la sua affermazione “penso che siano stati esperiti almeno una decina di controlli”, “penso che...”? “Una decina...”? Mi aspettavo che almeno un Delegato del Rettore, per di più alla sostenibilità, potesse essere sicuro di come la questione si è svolta prima di prendere parola a favore di un'operazione tanto complessa e problematica.

Passando poi a questioni più generali, la parte più contestabile della sua lettera, mi permetto di dissentire completamente sulle sue idee di istituzione e di democrazia. “Chi ha delegato ed eletto i componenti negli organi decisori, ha il diritto/dovere di esprimersi e di far giungere la propria opinione, rispettandone le scelte.” E poco dopo “Chi non è d'accordo non può rinnegarne la rappresentatività”. Il Consiglio di Amministrazione, l'organo che come lei dice (usando correttamente il singolare a dimostrazione che si ammette la mancata condivisione con gli altri organi democratici dell'Ateneo finanche con il Senato Accademico) ha autorizzato l'operazione, è formato da sei membri non elettivi, bensì selezionati da una commissione presieduta dal Rettore su candidatura personale e per di più a due di questi viene anche conferito in maniera del tutto impropria il titolo di rappresentante di docenti e personale tecnico (si noti come le elettive rappresentanze sindacali unitarie del PTA hanno chiesto le dimissioni della loro rappresentante Anna Franca Sibiriu dal CdA) e da tre membri elettivi, due studenti e il Rettore. Si legge nello Statuto la possibilità da parte del Senato Accademico e dunque del corpo elettorale di esprimere un voto di sfiducia nei confronti del Rettore, che ricordiamoci è rappresentativo dell'Ateneo sinchè l'Ateneo decide in questo senso. Così come il corpo elettorale ha il diritto di esprimersi su scelte che non ritiene consone alla gestione di un Ateneo, ha allo stesso modo diritto a mettere in dubbio la stessa rappresentatività degli organi che ha eletto.

E' inutile riempirsi la bocca definendo democratici organi monopensiero mentre si cerca da anni di tarpare le ali ai malumori anche attraverso il tanto osannato Codice Etico, che limita con sanzioni disciplinari gravissime fino al licenziamento o l'espulsione, la libera parola e la libera espressione di tutto il corpo docente e studentesco del nostro Ateneo, che proprio con lei ho personalmente discusso durante l'Assemblea dei Rappresentanti degli Studenti, parere il nostro completamente ignorato proprio dallo stesso CdA di cui sopra.

Se la vostra idea di Università e di democrazia è questa, proprio per il bene verso l'istituzione che gli stessi Docenti, che nelle scorse settimane hanno solidarizzato con il Rettore, affermano di difendere chiudendo entrambi gli occhi davanti al comportamento di questa amministrazione, mi sento di affermare che è necessario mettere un punto a questa situazione e cambiarla. Ca' Foscari è l'Università dove studio e dove da anni ho deciso di rappresentare gli studenti e non lascerò che venga svenduta al primo acquirente nel nome dell'economia e del far cassa. Se voi avete deciso di piegarvi fate pure, io non ci sto e non sono certo da solo. Un Rettore e un'amministrazione che hanno perso il contatto e la stima dei proprio studenti e di gran parte dei propri docenti non può certo ritenersi rappresentativa di qualcosa o qualcuno.

“Potendo sognare vorrei tutto”: qui non si tratta di sogni, si tratta di decisioni e di vie più facili o meno facili, più giuste o meno giuste per ottenere le cose. Se per lei sognare significa vendere le sedi che rappresentano la storia e la tradizione del nostro Ateneo e della nostra città rimanere in mano alla cultura allora sono e siamo dei sognatori. Gli studenti, la docenza, i lavoratori, i cittadini grandi e piccoli di questa meravigliosa città si sono espressi molto chiaramente rispetto alla questione. Ora decidete se rimanere nella vostra stanza dei bottoni a mandare comunicati stampa difensivi o se iniziare a parlare a quelle persone e magari fare tesoro di quello che lei definisce“assemblearismo”. Purtroppo in democrazia si amministra e si governa se si ha il consenso, anche se può non piacere a chi non apprezza il confronto e anzi fa di tutto per negarlo.

La ringrazio per l'attenzione.

Cordiali Saluti

Frank Maracchione
Rappresentante degli Studenti del Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:42 am
Anna CARDINALETTI
Dec 2, 2013


Lettera al Gazzettino in risposta all'articolo della prof. Chiara Mio.

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Scrivo in merito all'articolo Ca’ Sagredo, scelta da rispettare, pubblicato il 30 novembre a p. VI, a firma della collega Chiara Mio, Delegata del Rettore alla Sostenibilità Ambientale e alla Responsabilità Sociale.
Dispiace dover constatare che alcuni rappresentanti dell’Ateneo continuino a informare la cittadinanza in maniera lacunosa. Ringraziando il Gazzettino per lo spazio di dibattito concessoci su una decisione tanto importante per l'intera Ca' Foscari e per tutta la città, mi sento costretta a smentire in questa sede molte delle affermazioni della collega.
In primo luogo, a differenza delle convinzioni che motivano il suo intervento (“valore della condivisione delle informazioni nel rispetto dei ruoli”), ricordo che le decisioni del Consiglio di Amministrazione dell’Università Ca’ Foscari in merito alla questione edilizia in oggetto sono state prese senza il parere dell’unico organo totalmente elettivo, il Senato accademico, come invece previsto dall’articolo 15, comma 3 dello Statuto di Ateneo, che al CdA affida la responsabilità di deliberare su: “c) i programmi edilizi dell’Ateneo, sentito il Senato Accademico;”. Inoltre, come Direttrice di uno dei due Dipartimenti coinvolti, ho chiesto più volte in forma scritta e in sedi pubbliche informazioni che non mi sono mai state fornite prima dell’assemblea dei due Dipartimenti coinvolti tenutasi il 27 novembre 2013, l’unica occasione di confronto istituzionale che ci è stata concessa finora.
In secondo luogo, a differenza di quanto affermato dalla collega a sostegno dell’operazione immobiliare (“miglioramento di didattica e ricerca dell’area linguistica grazie anche ad una biblioteca a scaffale aperto”, “migliorando la qualità della didattica con i vantaggi conseguenti alla concentrazioni (sic) in un unico campus”), dispiace dover sottolineare che la sede ex-Enel non è sufficiente a ospitare contemporaneamente gli studi di tutte le componenti dei due Dipartimenti di Lingue, la biblioteca di area linguistica BALI e le aule attualmente presenti nei cinque palazzi che dovremmo lasciare, e non garantirà una biblioteca totalmente a scaffale aperto (stando ai dati forniti dall’Amministrazione stessa). Il progetto è di distribuire la biblioteca e le aule su più sedi, prospettando una situazione simile se non peggiore a quella attuale. I docenti e gli studenti di area linguistica continueranno a muoversi tra una sede e l’altra, in maniera ancora meno funzionale all’attività didattica e di ricerca rispetto alla situazione attuale perché ciò che potrebbe venire effettivamente unificato sono solo gli studi dei docenti (in ciascuno dei cinque palazzi sono attualmente presenti docenti, biblioteca e aule).
Infine, rimaniamo in attesa non solo di più informazioni sui vantaggi economici dell’operazione, tanto magnificati dalla collega, ma anche di rassicurazioni sulla congruenza economica della permuta ovvero “acquisto con pagamento mediante permuta” relativamente ai palazzi che verrebbero alienati, dall’inestimabile valore storico-artistico.

Anna Cardinaletti
Direttrice del Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati
Membro del Senato accademico



Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:43 am
MIO Chiara
Dec 3, 2013


In merito agli interventi di Frank Maracchione, rappresentante degli studenti del Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea, e della collega prof.ssa Anna Cardinaletti, direttrice del Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati e membro del Senato accademico, vorrei richiamare alcuni fatti.

Correttamente viene invocato da entrambe le reazioni alle mie dichiarazioni il necessario rispetto degli organi decisionali. E' fondamentale che si discuta negli organi che rappresentano tutti e che chi è stato eletto svolga appieno le sue funzioni. In Senato accademico il 25 giugno 2013 è stato approvato da tutti i presenti (prof.ssa Cardinaletti inclusa, con l'astensione della rappresentante degli studenti Gervasoni) il bilancio consuntivo 2012 e relativi allegati. A pagina 31 del bilancio consolidato 2012 approvato in Senato, nella sezione investimenti, si legge: “Va infine segnalato che nel corso dell’anno, per mezzo di destinazione di parte del saldo finanziario libero generatosi dalla chiusura del bilancio consuntivo 2011, è stato creato un fondo destinato ad edilizia di circa 5 milioni di euro, destinato in parte a finanziare i lavori sull’immobile Ca’ Sagredo per la realizzazione del polo linguistico, una volta che si sarà perfezionata l’operazione di permuta immobiliare con i tre palazzi di proprietà dell’Ateneo, Ca’ Bembo, Ca’ Cappello e Pl.Cosulich, autorizzata dal Consiglio di Amministrazione nel mese di dicembre del 2012”. Frase tutt'altro che oscura, criptica o poco chiara rispetto alle intenzioni e alle scelte che si stavano assumendo.

Nelle delibere che riguardano questo intervento poi sono allegate le planimetrie degli edifici interessati; sono distinte le superfici, le superfici calpestabili e le superfici utilizzabili a scopi didattici. A titolo solo esemplificativo, un ampio salone di Ca' Bembo non è destinabile a sala di lettura perché non potrebbero essere rispettate le norme di sicurezza. E così in tanti altri casi. Perciò si dovrebbero comparare superfici utili a fini didattici (aule, sale lettura, studi docenti, uffici e simili) e non genericamente superfici.

C'è poi l'aspetto economico, non trascurabile in un momento storico in cui le risorse sono date e non certo illimitate. Tralasciando i risparmi in conto esercizio che comporta l'accorpamento in un unico edificio di servizi oggi polverizzati, andrebbero conteggiati tutti i costi per mettere a norma i palazzi in vendita, per trovare spazi alternativi durante i periodi dei lavori: somme che ingesserebbero il bilancio dei prossimi dieci anni almeno, saturando la capacità di indebitamento fissata dalle norme.

Il dibattito sulle idee e la dialettica sono sempre positivi, quindi ciascuno è libero di ritenere comunque non condivisibile la scelta. E però profondamente scorretto dare una rappresentazione manipolata o falsa dei fatti per piegarli alla propria visione. Percezione e opportunità, quando si parla di comunicazione, sono aspetti da considerare, così come, senza dubbio, sotto il profilo della comunicazione informale si poteva fare di più. Ma per dialogare servono ingredienti irrinunciabili: buona fede, onestà intellettuale e disponibilità alla condivisione e al rispetto delle regole democratiche.

Chiara Mio
Professore ordinario Dipartimento di Management – Università Ca' Foscari


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:44 am
Emanuela TREVISAN
Dec 3, 2013


Gentile Collega,
prendo atto con piacere del fatto che, finalmente, si riconosce un punto che finora era stato sottovalutato, ovvero che « sotto il profilo della comunicazione informale si poteva fare di più ». Anche se ti riferisci solo alla comunicazione informale, mentre io ritengo che non solo si potesse ma si dovesse far molto di più anche sotto il profilo di quella formale, il tuo è pur sempre un primo riconoscimento di un modo di procedere molto discutibile e carente, proprio sul piano della comunicazione. Preferisco sorvolare su altri aspetti menzionati nella tua comunicazione come quello che riguarda gli spazi, su cui sarebbe stato giusto poterne parlare proprio nei dipartimenti interessati, prima di prendere decisioni affrettate, a partire dalle planimetrie in cui si prospettavano tipologie diverse di superfici o la questione economica sulla quale si possono anche ipotizzare scelte diverse, per esempio tagliare fondi sugli eventi di cui a Venezia non si sente proprio la mancanza o sulla questione biblioteche sulla quale si sono raccontate tante storie confuse e che non corrispondono al vero e su cui altri colleghi si sono soffermati. Per riprendere invece il tema della comunicazione ritengo che quando lo statuto dice « sentito il parere » del Senato si debba intendere sentito il parere dei senatori, ovvero mi immagino che ci sia un punto all’o.d.g che riguardi la questione sulla quale i senatori dovranno esprimere il proprio parere, in maniera chiara e ben comunicata, mentre a quanto risulta non esisteva tale punto all’odg. Vorrei ricordare a questo proposito che non solo la direttrice del dipartimento di studi linguistici Anna Cardinaletti ma neppure il senatore del DSAAM, Massimo Raveri, era al corrente di quella decisione (secondo quanto da lui stesso dichiarato in consiglio di Dipartimento). Mi pare dunque che una questione che riguardava il futuro della didattica e della ricerca di due dipartimenti dovesse essere messa all’odg del senato per acquisire il parere dei senatori e non relegata nel punto relativo all'approvazione del bilancio consolidato 2012 in cui si segnalava un fondo finanziario libero confluito in un "fondo destinato a...". Per quel che riguarda la comunicazione insufficiente vorrei segnalare un’altra bizzarria del sistema attuale dimostrata dal fatto che la persona nominata dal rettore a rappresentare il personale amministrativo Anna Franca Sibiriu che siede in consiglio di amministrazione e che, nella fattispecie è anche la segretaria amministrativa del dipartimento DSAAM non ha mai fatto cenno, neppure informalmente, alle decisioni prese in CDA che riguardavano proprio il futuro del dipartimento in cui lei stessa lavora. So bene che non era tenuta a farlo ma quanto a comunicazione insufficiente direi che anche questo è un bell’esempio che dovrebbe farci riflettere su organismi istituzionali che paiono aver perso ogni contatto con chi costituisce l’Università ovvero docenti, studenti e personale, finendo per assumere sempre più una modalità d’azione chiusa e autoreferenziale. Si pensi solo ai rappresentanti degli studenti in CDA impediti di comunicare con gli altri studenti che essi rappresentano e « accompagnati » ai bagni perché non avessero modo appunto di comunicare.
Dunque una comunicazione carente al punto che per dibattere di un tema tanto importante come la vendita/permuta di 3 palazzi storici veneziani e del futuro di didattica e ricerca (aule, biblioteche) ha come unici spazi a disposizione un blog del Rettore (nel cui titolo campeggia la scritta "Parliamone") che parla di dragoni, un evento sportivo o la stampa cittadina e nient’altro. Davvero carente il sistema di comunicazione di questo Ateneo, parliamone! E’ evidente che mentre sono venuti a mancare quei luoghi istituzionali che l’Università un tempo aveva a sua disposizione e che permettevano di favorire libertà d’espressione e circolazione di idee o quanto meno la circolazione di informazione, ora ci troviamo di fronte a una deriva di tipo autoritario che sembra conoscere un unico metodo di comunicazione: la minaccia, la diffida e la denuncia.

Emanuela Trevisan Semi
Docente DSAAM
Membro dell’ Advisory board di Ca’ Foscari.


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:45 am
Alberto SCUTTARI
Dec 3, 2013


Gentilissima prof. Trevisan Semi,

La dott.sa Sibiriu, componente del Consiglio di Amministrazione, è stata scelta dal Senato Accademico con delibera del 28 novembre 2012.
La procedura seguita è quella descritta dall'Art. 16, comma 2, dello Statuto di Ateneo.
Successivamente, in esecuzione di tale delibera del Senato Accademico, la nomina è stata assunta con decreto del Rettore, secondo quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento Generale di Ateneo,
come avviene per tutti i componenti degli Organi di Ateneo, delle strutture centrali e di quelle di diattica e di ricerca.
Cordiali saluti,
Alberto Scuttari












Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:45 am
BUSETTO Alessandro
Dec 5, 2013


Gentilissimo Direttore Generale dott. Alberto Scutari,
il nodo centrale della questione riguardante la collega Anna Franca Sibiriu non è da chi è stata nominata o scelta, è bensì al contrario da chi NON E' STATA indicata come tale.
Se deve rappresentare i Lavoratori dovrebbe essere votata dai lavoratori stessi, altrimenti non chiamatela ” rappresentante del Personale”.
Aderiamo all’appello lanciato dalle RSU di Ateneo nel richiedere le dimissioni della collega dott. Anna Franca Sibiriu, e la richiesta di indizione di nuove elezioni perché i Lavoratori possano esprimere i loro candidati a rappresentarli in tale organo.
Cordiali saluti
Per la Cub_Sur di Cà Foscari
A. Busetto e E. Castellano



Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:46 am
Giuliana GIUSTI
Dec 5, 2013


Non ho visto nelle relazioni il tanto citato problema che "A titolo solo esemplificativo, un ampio salone di Ca' Bembo non è destinabile a sala di lettura perché non potrebbero essere rispettate le norme di sicurezza." Sicuramente in un ampio salone si devono disporre i tavoli permettere il passaggio per le vie di fuga, e credo che attualmente questo sia già rispettato in tutti i saloni di Ca' Bembo. Se i grandi saloni non potessero avere nessun mobilio, tavolo o sedia, allora dovremmo chiudere molte biblioteche cittadine come la bellissima Querini dove generazioni di veneziani e veneziane hanno studiato e tuttora studiano, che ha tutte sale ampie e passanti; la Biblioteca Marciana che ha un meraviglioso salone passante tutto pieno di tavoli; la Fondazione Cini. Sono questi tutti spazi in deroga alla norma?
Giuliana Giusti
dip. SLCC



Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:46 am
MANCINELLI Manuela
Dec 5, 2013


A proposito della precisazione del Direttore Generale, Ing. Scuttari, in qualità di rappresentante del Personale TA e CEL in Senato Accademico, vorrei a mia volta precisare che la collega Anna Franca Sibiriu è stata scelta dal Senato accademico del 28 novembre 2012 quale rappresentante PTA in Consiglio di Amministrazione con 8 voti favorevoli e 8 non favorevoli, distinti fra: astenuti 5, contrari 3 (fra i quali le due rappresentanti del PTA presenti alla seduta), come si può evincere dalla lettura delle pagine 67-70 del verbale, e che quindi la nomina è stata possibile solo grazie al voto prevalente del Rettore in caso di parità di voti.

Nella medesima seduta, il Senato accademico ha anche deliberato di impegnarsi a modificare la procedura per la designazione delle rappresentanze in C.d.A, prevedendo nell’avviso pubblico che le domande debbano essere corredate di almeno 20 firme a sostegno di tutte le candidature esterne e interne all’Ateneo, raccolte fra il personale di ruolo interno.

Auspico però che la comunità Cafoscarina possa iniziare a breve a parlare di una modifica dello Statuto di Ca’ Foscari, in modo che anche per il Consiglio di Amministrazione possano esservi rappresentanze elette democraticamente e quindi effettivamente rappresentative.

Cordialmente
Manuela Mancinelli
Rappresentante PTA-CEL in Senato Accademico


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

Messaggiodi comunica » mar dic 10, 2013 11:47 am
Alessandro CASELLATO
Dec 5, 2013


Condivido quello che ha scritto Manuela Mancinelli; auspico che uno degli impegni che il nuovo rettore vorrà prendere sia quello di modificare lo statuto, consentendo di eleggere i rappresentanti di docenti e PTA in Consiglio di amministrazione, come avviene in altri atenei. Ricordo che questa richiesta era già stata avanzata in Commissione statuto e, se fosse stata accolta, avrebbe forse evitato le tensioni che stiamo vivendo.
Una precisazione ulteriore, per ricordare che una seconda candidatura a rappresentante del PTA, avanzata con il sostegno di una trentina di firme, era stata eliminata dal Comitato di selezione delle candidature, presieduto dal rettore: la rosa tra cui il senato fu chiamato a scegliere fu così ridotta a un solo petalo.
Tengo a sottolineare, infine, che questa procedura è stata corretta sul piano formale. Proprio questo rende evidente che lo statuto va modificato.
Alessandro Casellato
Ricercatore - Membro del Senato accademico


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

UNREAD_POSTdi comunica » ven dic 13, 2013 12:15 pm
Guglielmo Cinque
11 dicembre 2013

Caro Rettore,
pur apprezzando l’idea di dare spazio ad un dibattito “sul tema della [cosiddetta] permuta dei palazzi di Ca’ Foscari”, credo che il forum abbia senso se, come il tuo blog, è aperto a tutti (cioè, non accessibile solo tramite username e password di Ca’ Foscari), proprio perché si tratta di un tema che travalica le mura di questo ateneo. Altrimenti, considerata la disponibilità a spostare “[e]ventuali nuovi commenti sul blog sul tema del polo linguistico-umanistico [..] automaticamente nel forum”, le persone potranno voler continuare ad utilizzare il tuo blog.


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

UNREAD_POSTdi comunica » ven dic 13, 2013 12:16 pm
Nicoletta Pesaro
12 Dicembre 2013

Gentile Rettore,
come membri dei collegi didattici dei corsi di laurea MLC e ITES, condividiamo l’intervento del prof. Cinque, e lo ringraziamo, cogliendo l’opportunità di mantenere aperto e pubblico questo spazio di civile confronto. Nelle ultime settimane molto si è parlato di questione edilizia e, in senso più lato, delle modalità di gestione e di comunicazione nel nostro Ateneo. Riteniamo siano questioni importanti, centrali: le sedi materiali, in cui svolgere la propria attività di ricerca e insegnamento per i docenti, di crescita e formazione per gli studenti e di lavoro per il personale, sono anche il luogo immateriale in cui la comunità universitaria diventa tale grazie ai rapporti e agli scambi interpersonali che vi avvengono. Non è solo la vicinanza fisica, ma anche e soprattutto la vicinanza spirituale a creare il senso della comunità, la possibilità di scambio e confronto delle opinioni e delle conoscenze.
Ecco perché, crediamo, tanto clamore e tante tensioni si sono creati in questi ultimi tempi: a essere colpito è stato uno dei punti nevralgici della vita universitaria, il senso di appartenenza e di comunità, appunto, e la scarsa comunicazione su importanti scelte di fatto non poteva non indurre un senso di disorientamento e di indignazione in molti.
Al dibattito più ampio e collegiale che finalmente si è avviato sulle sedi veneziane, come Collegi didattici dei due corsi di area linguistica con sede a Treviso vorremmo si aggiungesse l’attenzione al problema più limitato, ma altrettanto importante per chi ne sarà coinvolto, delle sedi trevigiane di Ca’ Foscari. Ancora una volta siamo costretti ad apprendere dai giornali quale potrebbe essere la destinazione dei corsi di Ca’ Foscari a Treviso, alla quale si è accennato finora solo frettolosamente e in forma di comunicazione dall'alto o, per lo più, di voci di corridoio. Ancora una volta potrebbe accadere che questioni rilevanti su come e dove si svolgerà la didattica (in questo caso di una piccola minoranza della comunità cafoscarina) vengano discusse e decise altrove, senza consultare e informare debitamente chi poi dovrà vivere e subire concretamente gli esiti di tali scelte. Le sedi cui alludono i giornali, per quanto prestigiose e vantaggiose per Ca’ Foscari sul piano economico, potrebbero rivelarsi problematiche sul piano pratico, poiché sono collocate in aree extraurbane non facilmente raggiungibili da chi non possieda mezzi propri. Inoltre, sarebbe utile avere maggiori informazioni sul numero di aule, studi, biblioteche, sale di accoglienza per gli studenti e uffici amministrativi che verrebbero a essere disponibili, e soprattutto su quali corsi si intendano collocare nelle possibili nuove sedi. Senza nessuna chiusura o pregiudizio sulle proposte che verranno avanzate, ci auspichiamo soltanto che ogni decisione su questa, come su altre questioni che interessano direttamente la vita e il lavoro nella nostra Università, siano materia di confronto aperto e rispettoso di tutte le sue componenti.

I Collegi didattici del CdL in Mediazione Linguistica e Culturale
e del CdLM in Interpretazione e Traduzione Editoriale, Settoriale:

Attilio Andreini
Laura Brugè
Monica Giachino
Fiorenzo Lafirenza
René Lenarduzzi
Luis Luque Toro
Federica Passi
Nicoletta Pesaro
Graziano Serragiotto


Re: Completamento del polo umanistico-linguistico

UNREAD_POSTdi comunica » ven dic 13, 2013 12:17 pm
Daniela Meneghini
13 Dicembre 2013

Risposta alle tre interviste rilasciate dal Rettore Carlo Carraro alla stampa locale il 4 dicembre 2013

L'articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana così recita:
"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".
Osserviamo che per 'patrimonio storico e artistico della Nazione' s'intende il complesso dei beni di proprietà pubblica e privata caratterizzato da un'unitaria funzione culturale di testimonianza della civiltà italiana. Commentando quest’articolo della Costituzione, così ebbe ad esprimersi il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: “La doverosa economicità della gestione dei beni culturali, la sua efficienza, non sono l’obiettivo della promozione della cultura, ma un mezzo utile per la loro conservazione e diffusione. Lo ha detto chiaramente la Corte Costituzionale in una sentenza del 1986, quando ha indicato la ‘primarietà del valore estetico-culturale che non può essere subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici’ e anzi indica che la stessa economia si deve ispirare alla cultura, come sigillo della sua italianità. La promozione della conoscenza, la tutela del patrimonio artistico non sono dunque un’attività ‘fra le altre’ per la Repubblica, ma una delle sue missioni più proprie, pubblica e inalienabile per dettato costituzionale e per volontà di una identità millenaria”.
In sintonia con queste alte parole, avvertiamo l'imperativo anzitutto etico di salvaguardare e valorizzare il nostro patrimonio storico e artistico che, in questo luogo di cultura che è l’Università, abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto e che siamo chiamati a trasmettere a chi verrà dopo di noi. È bene ricordare che il concetto di sostenibilità, giustamente divenuto una bandiera dell'Università Ca' Foscari, implica la possibilità di "soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro". Orbene, privare le generazioni future d'inestimabili risorse quali i nostri beni storico-artistici determina in tutta evidenza una "perdita di valore" incolmabile e irrimediabile.
È sullo base di tali fondamentali principi che ci stiamo occupando, da tempo, anche delle questioni ‘tecniche’ (spazi inadeguati, incongruità economiche, opacità amministrative, mancata condivisione di decisioni vitali per la comunità cafoscarina) relative alla vicenda della ‘permuta’, da parte di Ca’ Foscari, di tre palazzi storici dell'Ateneo (Ca’ Bembo, Ca’ Cappello e Palazzo Cosulich) con una palazzina anni '70 (ex-ENEL). I Consigli dei due dipartimenti più direttamente coinvolti (quelli di area linguistica) si sono già espressi in favore della sospensione di tale ‘permuta’ e dell’apertura di un tavolo di confronto, al fine di trovare una soluzione alternativa. Della vicenda nel suo complesso si è avuta recentemente un’eco nella stampa locale con tre interviste concesse dal Rettore di Ca’ Foscari in data mercoledì 4 dicembre.
Purtroppo, in tali dichiarazioni rilasciate dal Rettore non abbiamo trovato risposta alle domande che, da circa un mese, continuiamo a rivolgere tanto a lui quanto al Cda. Anzi, la lettura di queste interviste alimenta nuovi dubbi e ulteriori perplessità (non c’è mai stato fino ad oggi un confronto diretto fra la comunità cafoscarina e il Rettore).
1 - Avevamo inteso che lo scopo dell'operazione era “razionalizzare le sedi, trasferendo in un'unica struttura i due dipartimenti […] sarà possibile avere un unico plesso universitario per l’area umanistico-linguistica, un’unica biblioteca a scaffale aperto” e questo perché “Non è una buona università quella con i dipartimenti spaccati in due o tre pezzi, con colleghi che quindi interagiscono poco e non hanno tutto il materiale bibliotecario a disposizione” (lettera inviata dal Rettore il 17/11/2013).
Ci siamo quindi meravigliati non poco leggendo:
“…Ca' Bernardo sarà comunque utilizzato per attività che erano negli spazi di Lingue” (La Nuova Venezia)
“… le riviste spostate a Mestre saranno disponibili in 24 ore” (Corriere del Veneto)
Ciò significa che la sede non sarà unica? Se di questo si tratta, la biblioteca non potrà ovviamente avere a disposizione tutto il materiale "a scaffale aperto". Quali altre dislocazioni esterne si renderanno necessarie? Potremo mai essere una “buona università” con la biblioteca dislocata in sedi differenti, anche in terraferma, e con non meglio precisate “attività” a Ca' Bernardo? Attendiamo chiarimenti.

2 - Non ci pare, poi, che sia stata fatta la necessaria chiarezza sulla mancata trasparenza nonostante dichiarazioni quali le seguenti:
“Non c’è mai stata così tanta informazione e trasparenza in ateneo” (Corriere)
“Tutti gli organi sono sempre stati informati ” (Gazzettino)
Ma sinora in Senato Accademico la questione non è mai stata discussa ufficialmente con un punto all'ordine del giorno, come previsto dallo Statuto. Resta poi da chiarire il mistero del verbale della seduta dell'8 luglio 2013, quello in cui viene deliberato, in modo definitivo, di dare mandato al Rettore di firmare il preliminare (entro il 2013) e il rogito (entro i primi tre mesi del 2014) della “permuta” (la trattativa viene così definita in quel verbale e negli altri due a disposizione sull’argomento: luglio e dicembre 2012). Il punto del verbale che riguarda la ‘permuta’ (punto III-2 Edilizia e Patrimonio: Dipartimenti dell’Area Linguistica – Accorpamento delle sedi – decisioni in merito, pp. 26-37) è stato approvato nella seduta del Cda dell'11 ottobre: pubblicato sul sito di Ca' Foscari e tolto dopo pochi giorni, è stato rimesso in approvazione nella seduta del 15 novembre ma ad oggi non è più ricomparso nonostante le reiterate richieste di poterlo visionare.
Questo il commento del Rettore nella già citata lettera del 17/11/2013: “I verbali delle delibere sono sempre stati messi in rete e sono visibili a tutti. Nell’ultima settimana abbiamo temporaneamente tolto il verbale del Cda di luglio 2013 solo perché il notaio ci aveva chiesto delle precisazioni formali e questo richiedeva una piccola modifica del verbale che è stata approvata nel Cda di venerdì all’unanimità. Non vi è nessun legame con gli articoli sui giornali o con le richieste di chiarimento dei colleghi." Dopo venti giorni dalla lettera del Rettore il verbale continua a essere “temporaneamente” oscurato, e nulla s'è saputo delle precisazioni formali richieste da non si sa quale notaio né della piccola modifica approvata. Se la “piccola modifica del verbale” richiesta doveva porre rimedio a una mera discrepanza fra il dibattito avvenuto e la relativa verbalizzazione sarebbe stato facile e assai rapido apportarla. Ma come mai è un notaio a segnalare tale discrepanza? Sorge un dubbio: ci troviamo forse di fronte a una nuova decisione che avrebbe richiesto d'esser messa all’ordine del giorno, con conseguente nuova delibera? Attendiamo chiarimenti.

3 - “Cda e Senato ne hanno seguite tutte le fasi da oltre un anno e tutti i direttori di dipartimento ne erano informati. Ma anche i docenti, come il professor Zipoli, che ora si lamentano per la vendita, erano perfettamente a conoscenza dell’operazione” (La Nuova Venezia)
L’informazione concernente la ‘permuta’ è stata accessibile, nell’area riservata di Ca’ Foscari, da ottobre 2012 (dall’approvazione dei verbali del luglio 2012, dove per la prima volta si dà mandato al Rettore di formalizzare ‘la permuta’), ma la mancata condivisione dei dettagli di tale trattativa a livello di ateneo ha sicuramente contribuito a ritardare di vari mesi la piena consapevolezza, nella comunità cafoscarina, di quanto stava accadendo. Non appena i termini della ventilata ‘vendita’ di Ca’ Cappello e degli altri due palazzi sono stati evidenti, è partita la richiesta di chiarimenti e anche la protesta (una lettura immediata dei verbali del luglio 2012 avrebbe certo accelerato il tutto). Va poi rimarcato che alcuni commenti, come quelli riportati qui sotto (Corriere del Veneto, 9-11-2013), hanno certo contribuito ad aumentare ritardi, confusione e persino disinformazione:
“Due anni e mezzo fa è stata ipotizzata la riunificazione in un’unica sede della facoltà di lingue – spiega l’ateneo – come avverrà è ancora allo studio, ci sono più ipotesi al vaglio tra cui quella che riguarda i tre palazzi in questione, si tratta però di ipotesi e non è detto che prenderà corpo”.
Anche la seguente Nota Ufficiale di Ca’ Foscari (23-11-2013) ha contribuito ad accrescere ulteriormente le incertezze:
“I documenti circolati ed emessi da canali non conosciuti dall’Ateneo, sulla cui base sono state costruite congetture e ipotesi sull'operazione immobiliare, non sono ufficiali e sono superati dalle più recenti deliberazioni degli Organi di ateneo”.
“Recenti deliberazioni” che peraltro non sono ancora apparse.

4 - “Gli altri non hanno tutte le informazioni necessarie. Non sanno che quando andremo a riempire gli spazi vuoti li coinvolgeremo tutti nei progetti” (Corriere del Veneto)
“Tutta la discussione sull’uso dei nuovi spazi avverrà dopo e sarà fatta coinvolgendo la facoltà che deciderà come utilizzarli” (La Nuova Venezia)
L'idea che il necessario coinvolgimento della “facoltà” (sic) debba avvenire dopo l’eventuale ‘permuta’ è cosa quantomeno curiosa: se dopo la ‘permuta’ i dipartimenti interessati si fossero accorti (come in effetti sta accadendo ora, fortunatamente prima della chiusura della trattativa) che gli spazi non sarebbero stati né adatti né sufficienti per accogliere tutte le componenti coinvolte, che cosa sarebbe successo? Orbene, un tale guasto sarebbe stato facilmente evitato grazie a una condivisione preliminare della fattibilità del progetto con coloro che poi ne sarebbero diventati gli ‘utilizzatori finali’. Condivisione che però non c’è stata. La ‘condivisione a posteriori’ è certo un concetto innovativo ma non rispettoso delle più ovvie regole di convivenza democratica, con possibili risvolti irrazionali e anche assai dispendiosi. Il coinvolgimento ‘democratico’ ora prospettato appare decisamente singolare, dal momento che il Rettore sembra avere già preso molte decisioni fondamentali: la metratura delle stanze (14 metri quadrati per ogni docente, stando al Gazzettino), i luoghi ove saranno collocati i periodici e il loro tempo di consegna (stando al Corriere) e addirittura la cifra precisa (con lavori già previsti e quindi da non discutersi) da spendersi per la ristrutturazione (4.724.798,47 euro - I.V.A. compresa - secondo il verbale CdA di luglio 2013). E dunque che cosa rimane da decidere insieme? La tinteggiatura da dare alle pareti?

5 - “Chi ha lo studio sul Canal Grande non vuol trasferirsi all’ex-ENEL” (Gazzettino)
Tale affermazione, come anche quella secondo cui Qualcuno ha posizioni di privilegio che non vuole perdere, come bellissimi e ampi uffici sul Canal Grande (Corriere del Veneto), è frutto di un facile e generico ‘populismo’ che mira a raccogliere un consenso immediato e superficiale, rischiando di creare artificiose divisioni. Si tratta di affermazioni che lasciano il tempo che trovano (e lo sa bene chi è in contatto con la comunità che vive in quei luoghi) e che potranno essere facilmente smentite dai fatti. Nel caso si prospetti una soluzione adeguata per tutti e rispettosa del nostro senso civico, nessuno avrà nulla da ridire se si dovranno lasciare biblioteca, studi e uffici. Ciò che conta è che i palazzi restino all’Università, non che coloro che attualmente vi risiedono restino in quei palazzi.

6 - Anche sulla tipologia della transazione, non sono giunti chiarimenti, anzi, la situazione è stata resa persino più ingarbugliata. La trattativa viene ora descritta in questo modo sibillino:
“È una vendita che noi paghiamo non con denaro, ma con tre immobili. Si chiama vendita attraverso permuta” (Gazzettino)
“Si tratta di una vendita attraverso una permuta. Che però non ha nulla a che fare con la permuta del Codice dei Beni culturali citata in questi giorni. La Soprintendenza ha autorizzato una vendita. Solo che invece di pagare cash paghiamo con immobili” (Corriere del Veneto).
“È un’operazione d’acquisto con permuta. Noi compriamo Ca’ Sagredo e vendiamo i nostri tre palazzi, ma senza esborso di denaro, con un’operazione alla pari” (La Nuova Venezia).
Orbene, si tratta di vendita o di permuta?
Supponiamo che si tratti di vendita. Dice in proposito il Rettore: “non si sceglie il venditore, si sceglie l’oggetto da comprare” (Corriere del Veneto). A prescindere dal fatto che è doveroso verificare anche le credenziali del "venditore", forse si sarebbe almeno potuto pensare a scegliere, per i tre palazzi, un acquirente più generoso, magari tramite la consueta procedura dell’asta pubblica che, nel caso della passata - ed esecrabile - vendita di altri due palazzi storici di Ca’ Foscari (Ca’ Garzoni Moro e Ca’ Nani Mocenigo) produsse un aumento di valore rispetto alle cifre iniziali fissate dall’Agenzia delle Entrate. E perché è stata richiesta solo un’altra valutazione dei tre palazzi (oltre a quella dell’Agenzia delle Entrate)? Non sarebbe stato meglio avere più valutazioni, così da poterle utilmente comparare?
Se invece si trattasse di una permuta questa non è praticabile, come il Rettore stesso ricorda in queste interviste. L'impraticabilità della permuta è stata già autorevolmente ribadita, tramite la stampa, dal direttore regionale dei beni culturali dott. Ugo Soragni. Si noti che nei verbali del Cda che trattano la questione (luglio 2012, dicembre 2012, luglio 2013), si parla solo e sempre di permuta, mentre l’autorizzazione all’alienazione di questi tre palazzi da parte dei Beni culturali parrebbe avvenuta sulla base di una richiesta di vendita (art. 56 e non 58 del Codice dei beni culturali e del paesaggio).

7 - Sull’ipotizzato risparmio in termini economici che l’operazione porterebbe all’Ateneo, ci limitiamo a qualche osservazione. Queste le parole del Rettore:
“Mettere a posto i tre palazzi ci costerebbe 12 milioni, mettere a posto l’ex-ENEL 4.5” (Corriere del Veneto)
Questo è invece quanto risulta dal verbale dell’8 luglio 2013 (p.31): “Ne consegue che l’impegno massimo prevedibile [per i lavori a Ca’ Sagredo, gli oneri fiscali e i costi per traslochi e arredi] è pari a Euro 7.575.890,87, nell’ipotesi di esecuzione di tutte le lavorazioni, e di Euro 6.842.575,39 nell’ipotesi di esecuzione delle sole lavorazioni necessarie”.
Sempre nel verbale dell’8 luglio 2013 si legge:
(p.31) Vi è una sbilancio negativo tra fonti disponibili e impieghi prevedibili di Euro 2.001.421,27 nel caso si eseguano anche gli interventi edilizi non obbligatori e di Euro 1.268.105,79 nel caso questi ultimi non siano eseguiti.
(p.32) Tale sbilancio riguarda la previsione delle spese necessarie per avere la completa fruibilità dell’immobile e dovrà essere recuperato mediante risorse di bilancio eventualmente disponibili in fase di assestamento e programmazione oppure mediante ricorso a indebitamento.
Queste ultime affermazioni paiono in palese contraddizione con quella secondo cui “Il mio successore avrà i bilanci garantiti fino al 2021”, riportata dal Gazzettino.
Sui risparmi, sempre nei verbali dell’8 luglio 2013 (p.33), si legge ancora:
“messa a norma di Ca’ Bembo (Euro 580.000); eliminazione dell’affitto di Ca’ Vendramin (Euro 326.171 a decorrere dall’anno 2015) e riduzione dei servizi di portierato (da quattro postazioni a una postazione) per un risparmio annuo stimabile in circa 500.000 Euro.”
Non sono invece quantificati gli interventi di messa a norma di Ca' Cappello (Palazzo Cosulich è stato restaurato di recente), per cui non siamo in grado di capire come si possa giungere all’ipotizzata cifra di 12 milioni per “mettere a posto i tre palazzi”. Attendiamo chiarimenti.

Un’osservazione finale su un tema che esula in certa misura dalla questione sedi ma che ci colpisce e preoccupa: una decina di studenti sono stati recentemente indagati per interruzione di pubblico servizio in relazione agli episodi accaduti durante il Cda del 15 novembre. In tale circostanza gli studenti si trovavano a Ca' Foscari per esprimersi su varie questioni, fra cui anche questa della 'permuta'. Ecco le precisazioni del Rettore:
“Non ho denunciato nessuno, ho fatto un esposto alla procura per interruzione di pubblico servizio” (Corriere del Veneto)
“Non ho fatto denuncia, ma un esposto in cui ho raccontato i fatti, dicendo che è stato un episodio grave. Deciderà poi chi di dovere se ci sono reati” (Gazzettino)
In molti si chiedono se, in mancanza di tale ‘esposto’ o, comunque, senza la presenza della polizia chiamata dal Rettore in ateneo (i cui agenti, peraltro, non ritennero necessario chiedere i documenti identificativi agli studenti), quelle denunce sarebbero mai scattate. Denunce che, non va sottaciuto, preoccupano gli studenti coinvolti, suscitano il nostro disagio e danneggiano l'immagine di Ca' Foscari.

Insomma, i “chiarimenti” offerti del Rettore in queste tre interviste non hanno affatto contribuito a risolvere i dubbi e le perplessità già avanzate, anzi hanno aumentato alcune incertezze (per esempio, non è dato nemmeno sapere a che punto sia giunta la trattativa).
Restiamo quindi in attesa di risposte, continuando a chiedere che sia ufficializzata la sospensione della trattativa così da consentire una valutazione più approfondita e condivisa, nell'interesse di tutti.
Lo scopo è quello di trovare un giusto ed equilibrato compromesso fra la doverosa difesa del nostro patrimonio storico-artistico e l’imprescindibile opera di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse a disposizione.

I docenti, il personale tecnico amministrativo e 123 studenti di Ca’ Cappello